La storica direttrice della casa di reclusione di via Molise è scesa in campo per dare voce a chi non ha voce, lei che si è sempre occupata degli ultimi.
LARINO. Continua il nostro giro di interviste con i candidati larinesi scesi in campo per il rinnovo del consiglio regionale. Questa volta, le nostre quattro domande le abbiamo rivolte alla storica direttrice della casa di reclusione di via Molise, Rosa La Ginestra che da larinese ormai d’adozione, con la sua consueta disponibilità ha accettato la nostra intervista e risposto nel modo più genuino possibile, come d’altronde ha sempre fatto con noi giornalisti ma anche con tutte le persone che, nella sua lunga attività di direttrice di una struttura carceraria, sono entrate in contatto con lei. Lei è candidata nella lista ‘Noi moderati-Roberti Presidente’:
Perché ha deciso di candidarsi?
Perché sono stanca di lamentarmi e di sentire lamentele sulle cose che non funzionano. Essendo una persona abituata a fornire soluzioni ai problemi, ho pensato di scendere in campo per provare a fare la mia parte. In tanti settori ho rilevato come si potrebbe iniziare a far funzionare bene quello che già esiste. Con una amministrazione attenta e stimolante, piccoli miglioramenti sarebbero possibili in breve tempo con risorse limitate. Questo non elimina la necessità di procedere con una visione del futuro della Regione, implicante progetti di lungo respiro in settori strategici ( ad es. turismo, ambiente, ampliamento patrimonio archeologico ).
Qual è la sua visione del Molise?
E’ quella di una delle più piccole regioni d’Italia, che, in un periodo di economia globale, rischia di scomparire, se non fa delle ridotte dimensioni, il suo punto di forza. Il Molise ha risorse archeologiche, naturalistiche, gastronomiche che le consentono di competere alla pari con regioni ben più strutturate, potendo però, anche contare su un ambiente ancora incontaminato e su aspetti di genuina ruralità. Tali settori necessitano di una maggiore valorizzazione e pubblicità.
Come pensa di convincere gli elettori indecisi?
Vorrei convincere soprattutto chi ha deciso di non recarsi a votare, ricordando le lotte fatte dai nostri nonni e genitori per assicurarci questo diritto. Il referendum tra Monarchia e Repubblica ci ha fatto passare dallo stato di sudditi a quello di cittadini. Perché, adesso, decidiamo di ritornare sudditi, delegando ad altri le scelte che caratterizzeranno il futuro nostro e dei nostri figli? Vogliamo, veramente, continuare a sottometterci al politico di turno per ottenere un lavoro, una autorizzazione, una visita medica, considerando una benevola concessione di un illuminato monarca quello che è semplicemente la realizzazione di un nostro diritto? E’ questo che vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli? Dobbiamo riappropriarci del potere di scegliere, premiando chi ben fa e bocciando chi non ha amministrato bene.
E’ candidata in uno dei più grandi comuni della regione dove sono presenti anche candidati del centrosinistra, cosa vorrebbe dire ai suoi ‘avversari’ politici locali?
In prima battuta che, di destra o di sinistra, spero venga eletto un candidato di Larino. La scelta di candidarmi in una coalizione di centrodestra, in una lista di moderati, è stata determinata proprio dal riconoscere che è l’unica coalizione esistente. A sinistra c’è un insieme di forze politiche ancora molto fluide. La capacità di lavorare insieme sarà tutta da costruire e da sperimentare. Ne è prova ad esempio la posizione del PD, che alla Regione si presenta con i Cinque Stelle, ma nel Comune di Campobasso è all’opposizione proprio contro i Cinque Stelle. Poco chiara è anche la posizione di Costruire Democrazia, sentendo delle esternazioni di alcuni candidati, che rivendicano una totale estraneità al percorso degli altri due partiti. Ritengo che una squadra che ha già maturato una capacità di lavorare insieme sia da preferire a chi è ancora nella fase di “ prove tecniche “ di governo.