LARINO. Nuova mattinata di formazione per gli avvocati bassomolisani chiamati, dopo la discussione sulle novità introdotte dalla riforma Cartabia nel processo civile a riflettere sui quelle anche importanti introdotte nel rito penale.
Come successo in precedenza, a moderare l’incontro che, ricordiamo è valso ben 4 crediti formativi, è stata l’avvocato Micaela Bruno, direttore della Scuola forense frentana, che non senza emozioni particolari si è trovata a dover introdurre, tra gli altri relatori, anche suo padre uno dei professionisti più noti nel mondo della camera penale molisana e non solo.
La giornata formativa si è aperta con i saluti introduttivi del presidente del Coa di Larino, Michele Urbano che si è soffermato sulla deontologia dell’avvocato penalista prima di cedere la parola al collega Roberto D’Aloisio, presidente delle Camere penali di Larino che ha illustrato ai presenti proprio la posizione espressa dalle camere penali riguardo la riforma.
Micaela Bruno ha poi introdotto l’intervento del magistrato Rosaria Vecchi in forza al tribunale frentano che ha relazionato sulla cosiddetta fase predibattimentale in uno poi con il tema delle sentenze di proscioglimento. Il decano Domenico Bruno, anche nella sua funzione di presidente del Comitato scientifico delle camere penali, ha illustrato il tema dell’esercizio dell’azione penale soffermandosi sui limiti al principio di obbligatorietà dell’azione sanciti dall’articolo 112 della Costituzione. Ultimo intervento, tra quelli programmati, è stato quello dell’avvocato Domenico Porfido, consigliere delegato proprio alla formazione del nuovo consiglio forense larinese, che si è soffermato ad illustrare quelle che sono definite come sanzioni alternative alla detenzione e non solo.