CAMPOBASSO. La Presidenza del Consiglio Regionale del Molise, per celebrare l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, ha organizzato a Campobasso un importante evento culturale dal titolo “Consiglio di Donna”. In questa occasione nei locali di Palazzo D’Aimmo è stata organizzata una Mostra d’arte, che sarà aperta al pubblico nei giorni 9-10-11 marzo dalle 16 alle 19.
A questa Mostra è stata è stata meritoriamente invitata ad esporre l’artista contemporanea Giulia D’Aloia, in arte “Juliet RosaWood”. Il volto femminile è infatti il protagonista fondamentale nella produzione pittorica di questa artista, che dopo severe selezioni ha esposto i suoi dipinti in Italia e all’Estero. Nei suoi lavori, la dimensione essenziale della figura umana si manifesta spesso in un volto di donna, a cui assegna quasi un valore “ontologico” che si sostanzia nello “sguardo”, poiché è lo sguardo che dà accesso al mondo sensibile.
Si può quindi affermare che nelle composizioni pittoriche di Giulia D’Aloia l’esperienza estetica più rilevante, così come è sempre stato nell’arte pittorica, si coagula sovente nel “volto”, soprattutto quello femminile, in quanto è lo “sguardo” ad assurgere al ruolo di elemento chiave per comprendere le complesse significazioni dell’anima. Spesso il volto che spicca nei suoi dipinti, sottende un “corpo” che non si mostra; ma è proprio il volto che dà vita alla composizione e che lo integra invece in un orizzonte di senso, in un mondo in cui lo “sguardo” ci connette all’esperienza sensibile e all’universo sociale che lo determina e che lo ha determinato. Si può inoltre affermare che la pittura di questa artista offre sempre, a chi la osserva con attenzione, una sorta di danza degli sguardi, che si miscelano con altri “indizi” disseminati nell’opera, unitamente alla scelta di forme, di colori e a quella distribuzione delle “macchie” in cui lei eccelle.
Influenzata fortemente dalla Natura, l’artista ha di fatto riproposto nei suoi dipinti questo forte legame spirituale; così che nei sui volti, l’occhio e lo spirito, il visibile e l’invisibile, si addizionano e si miscelano in gran parte della sue interpretazioni artistiche. La composizione che Giulia organizza intorno al volto femminile, è quindi un simbolico supporto a quello sguardo e al suo rivolgersi verso un punto, che non è il “punto di fuga” di un prospettiva che segue le regole di un tradizionale dipinto. L’occhio nei dipinti della nostra artista si proietta sempre verso orizzonti posti al di fuori della cornice, considerata – come è noto- il limite fisico della composizione. Il vagare dello sguardo di chi osserva un ritratto dipinto di Juliet, fa percepire che non sono soltanto gli occhi a comunicare sensazioni. Lo “sguardo” nasce da tutto il dipinto nel suo insieme: il volto e la composizione rappresentano lo “sguardo” di tutto il dipinto. Malinconie, sogni, gioie, ansie, desideri, memorie, turbamenti, pulsioni profonde, insomma tutti i movimenti dell’anima, sono portati in superficie dallo sguardo e dalla composizione tutta, che distribuisce nei colori e nel segni le pulsioni profonde dell’artista. I temi che Kandinskij nel suo volume Lo spirituale nell’arte reputerà fondamentali, come la “svolta spirituale”, la “necessità interiore” e il “colore”, sembrano essere tutti essere parte del processo creativo di Giulia D’Aloia, in una pittura che trasfigura i volti delle donne in una sorta di tempo sospeso, ma proiettato nel presente di ciascuno di noi.