LARINO. Il cardinale Mario Grech, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi in Vaticano ha inaugurato questa sera, sabato 14 Gennaio, il nuovo ciclo di incontri organizzato dalla Biblioteca Diocesana “Mons. Biagio D’Agostino” e dedicato all’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. L’Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale.
Nella sala gremita di via Seminario, come già successo con il primo ciclo di incontri quello su ‘I Quattro Amori di Lewis’ è toccato al direttore don Claudio Cianfaglioni fare gli onori di casa, presentare l’illustre ospite e tracciare la strada dei prossimi appuntamenti che, come lo scorso anno, vedranno i giovani della diocesi confrontarsi con biblisti, cardinali, filosofi, sul tema scelto.
“Fin dall’inaugurazione della nuova sede della nostra Biblioteca Diocesana un anno fa in Via Seminario a Larino – ha affermato don Claudio Cianfaglioni – il Vescovo ha suggerito che questo luogo non fosse soltanto un “contenitore” di libri ma anche e soprattutto un “laboratorio” di cultura. Così, dopo il primo ciclo di incontri dedicato lo scorso anno a I quattro amori di C.S. Lewis, quest’anno ci farà da guida il testo dell’enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale. La fraternità universale per un cristiano non è un tema tra gli altri ma costituisce il cuore stesso del Vangelo: non possiamo infatti dire Padre nostro senza sentirci ed essere realmente suoi figli e, dunque, “fratelli tutti” fra di noi. Lungo i secoli il cristianesimo ha prodotto a più livelli una vera e propria cultura della fraternità. Oggi, a fronte di un preoccupante dilagare di una cultura dell’indifferenza e dell’autoreferenzialità – quella che Papa Francesco chiama “colonizzazione culturale” che svuota di senso e altera le grandi parole della storia umana (cf. Fratelli tutti, n. 14) – è quanto mai urgente riscoprire e recuperare quella cultura della fraternità di cui siamo figli e pertanto eredi. L’enciclica del Papa è un faro luminoso che può aiutarci in questa direzione.
Ad interloquire con il cardinale Grech erano presenti la dottoressa Chiara Vitulli, il professore Luciano Corbo, il filosofo Lorenzo Di Maria e l’architetto Carla Mascio. Quattro giovani della diocesi che è in Termoli-Larino, espressione viva di come proprio i giovani sono chiamati ad essere testimoni credibili di una fraternità vera che attraverso di loro può contagiare tutti, nessuno escluso anche quando si ha la sensazione di cadere nell’individualismo, nel populismo, nel razionale così fan tutti.
Nel suo saluto iniziale, il cardinale Grech ha sottolineato come l’incontro di questa sera a Larino costituisce “anche per me un modo per riflettere su questa Enciclica. Per spiegare il legame che esiste tra ‘Fratelli tutti’ e la sinodalità con l’invito particolare alla comunità ecclesiale.
A rompere il ghiaccio, Chiara Vitulli che partendo dal primo capitolo dell’Enciclica si è soffermata su quella parte relativa alla cosiddetta illusione della comunicazione, dove però le connessioni digitali non bastano per gettare ponti e spesso allontanano le persone dal proprio essere. “Lo sviluppo dei media è un grande beneficio per tutti – ha affermato Grech – Così come è stata la Rivoluzione industriale anche quella della comunicazione è importante ma non dice tutto. Il digitale non può prendere il posto della comunicazione personale ed individuale. Può essere un dono ma anche uno strumento che ci rende più poveri nelle nostre relazioni interpersonali, una comunicazione senza anima. E’ necessario sempre che l’io incontri il tu!”
Lorenzo Di Maria, partendo dal secondo capitolo dell’Enciclica, ha chiesto a sua eminenza come si fa ad essere disincantati di fronte ad un sistema come quello attuale dove il brigante che opprime è senza volto e dove spesso la generosità diventa altro?
“Mi fa paura questo ragionamento. La malattia della società di oggi – ha affermato Grech – è che si chiudono gli occhi di fronte all’uomo e alla donna. La società ha perso la voglia di sperare. E’ necessario curare l’individualismo di oggi. E’ vero c’è un sistema che ci distoglie ma questa sistema è composto da persone. Non possiamo scusarci dei nostri atteggiamenti accusando il sistema. Se rimaniamo indifferenti, noi continuiamo a rafforzare questo sistema che sta distruggendo l’uomo. Tutti noi siamo Samaritani ma anche l’uomo dimenticato lungo la strada, ma anche il levita che non si ferma e prosegue diritto. Ognuno di noi deve fare la sua parte.
Soffermandosi sul terzo e quarto capitolo, Luciano Corbo ha evidenziato la realtà molisana e larinese dove spesso c’è isolamento e le persone stesse diventano isole. Ma anche la diffidenza delle persone nell’accettare gesti di gratuità.
Sua eminenza ha rincuorato tutti affermando “dobbiamo leggere tutta la realtà. Ci sono tanti altri che stanno aspettando una parola, un’azione di sostegno”. Il cardinale ha poi citato la sua esperienza di ieri alla casa famiglia Iktus “Ho sentito testimonianze di persone che all’inizio erano estranei ma oggi dopo esperienze autentiche hanno capito che non potevano salvarsi da sole. Non smettiamo aiutare, di aprire il cuore al mondo intero perché “Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date”. Sulla diffidenza delle persone a ricevere gratuitamente Grech ha aggiunto “forse perché raramente facciamo esperienza della gratuità, perché tutto ha un prezzo. Ma è un transfer. Io non sono pronto per fare gratuitamente quando arriva uno che vuole dare gratis io non le credo. La gratuità aiuterà l’uomo a diventare più uomo. L’amore non può essere retribuito se non con l’amore. Non possiamo essere lenti nell’ offrire. Amare senza aspettarsi niente indietro sarà un grande guadagno.
L’architetto Carla Mascio commentando il quinto capitolo dell’Enciclica di Papa Francesco, quello in cui è chiara la visione della politica della carità ha dato modo al porporato maltese di soffermarsi sul valore della carità che “slegata dalla verità non produce frutti. La mia azione di carità è vera solo se è nella carità. Cuore e mente devono andare insieme così saremo in grado di non sbagliare nei confronti del prossimo. Tramite la fede possiamo avere più luce per vedere meglio quello che la ragione ci dice”.
Il cerchio si è chiuso ancora con Chiara Vitulli che sviluppando il concetto dell’incontro poliedrico con tante facce tutte diverse, sul tutto e parte, sulla realtà più grande dell’idea ha dato la possibilità a Grech di affermare “qualsiasi realtà deve aiutarci ad entrare in dialogo. L’Unità è superiore al conflitto. Noi dobbiamo sviluppare il concetto della cultura dell’incontro e del dialogo per conoscerci. Io non posso conoscermi da solo senza l’altro. Non dobbiamo perdere l’opportunità di crescere insieme”. Poi sul perdono e il perdonare ha aggiunto “Il perdono non implica il dimenticare. Se noi ci accettiamo dopo una violenza dobbiamo perseguire un giustizia rigenerativa. Solo allora arriveremo a perdonare e cominceremo a costruire l’ordine giusto e vedere l’altro come persona. Il perdono non è facile. Solo così possiamo costruire un nuovo ordine sociale. La giustizia vendicativa continua a creare soltanto delle vittime.
Ultimo interrogativo: Quali sono le piccole azioni che possiamo mettere in pratica per diventare piccoli artigiani di pace? “Noi non aspettiamo di ricevere ma cominciamo a dare. Quello che passa per la nostra vita ordinaria è un’opportunità per costruire la pace. Questo è ‘Fratelli tutti’.
Il cardinale Grech si fermerà a Larino fino a domani. In mattinata, celebrerà la Santa Messa per l’intera città nella basilica cattedrale frentana. E sarà l’occasione per tanti di incontrarlo e ‘gustare’ il suo eloquio, la sua persona come abbiamo fatto noi questa sera.