CAMPOBASSO. Nel porneriggio del 12 dicembre, la Compagnia Carabinieri di Campobasso ha eseguito un’ordinanza cautelare disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso su richiesta di questa Procura – applicativa della misura della custodia in carcere nei confronti di un soggetto, residente nella provincia di Campobasso, gia sottoposto a procedimento penale per reati della stessa indole e da poco ritornato in libertà. I reati contestati sono estorsione aggravata, violazione di domicilio, violenza privata e lesioni.
Le indagini hanno preso avvio dalla denuncia della vittima, un ragazzo residente nello stesso paese dell’indagato e portatore di disabilità intellettiva, il quale si è rivolto alle Forze dell’Ordine a seguito del rincalzare delle angherie e delle prepotenze da parte di colui che oramai era diventato il suo “strozzino”, espressione utilizzata dallo stesso indagato nel corso di uno degli incontri.
L’attivita tecnica, successivamente disposta, ha consentito di cristallizzare le condotte poste in essere dall’arrestato e di constatare come le richieste di denaro si accompagnassero non solo a minacce di morte, ma anche ad aggressioni fisiche mediante schiaffi, percosse e strattonamenti, cagionando alla persona offesa lesioni per le wuali si e reso necessario anche l’intervento del personale sanitario. Tutto ciò avveniva nella solitudine del domicilio della vittima, ove l’indagato si presentava con una certa frequenza, generalmente nella tarda serata, approfittando dell’assenza di altri conviventi; in un’occasione, l’arrestato ha sfondato la porta di ingresso con calci, mentre in un’altra ha fatto accesso nell’abitazione da una finestra, utilizzando una scala appositamente recuperata, neutralizzando le resistenze ed i timori del ragazzo il quale, dall’interno della propria abitazione, tentava di ignorare le insistenti richieste di ingresso provenienti dall’indagato.
Le pretese estorsive e le aggressioni erano oramai divenute, negli ultimi tempi, insostenibili, tanto da costringere la stessa vittima ad abbandonare la propria abitazione, in diverse occasioni, considerato che ogniqualvolta essa vi facesse rientro l’indagato si ripresentava a imporre le proprie prepotenze.
Nonostante le numerose intimidazioni rivolte alla vittima al fine di evitare che presentasse denuncia o si confidasse con terzi, la stessa ha fortunatamente trovato il coraggio di rivolgersi alla Forze dell’Ordine e cio dimostra come simili reati, che non solo colpiscono it patrimonio delle vittime o ne mettono in pericolo l’incolumità psicofisica, ma soprattutto le logorano sotto il profilo della serenità personale e degli equilibri di vita quotidiani, possano emergere solo con il coraggio di chi denuncia.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali l’indagato potrà esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.