TERMOLI-LARINO. “Un angelo della corsia”. Viene ricordata così sant’Agostina Pietrantoni, così come la sua vita dedicata totalmente agli altri, luce dell’amore di Dio verso ogni fratello e sorella che soffre. La sua testimonianza, custodita nella reliquia insigne della costola, ha accompagnato tre giorni significativi a Termoli dove in tanti hanno reso omaggio alla santa, riconosciuta come patrona degli infermieri e, più in generale, di tutto il personale sanitario.
Dall’hospice di Larino alla chiesa di san Timoteo, passando per le scuole e l’ospedale San Timoteo, al significativo recital dei giovani, all’adorazione eucaristica e alla messa dei camici bianchi, il pellegrinaggio della reliquia della religiosa ha rappresentato un evento di grazia, richiamando presenze anche da fuori regione.
La serenità nel donarsi, in tempi difficili come la questione romana, affidandosi sempre a Dio, a quel Gesù per il quale ha curato, o meglio, amato tanti malati, anche quello che diventò il suo carnefice nell’ospedale Santo Spirito di Roma, pugnalandola, e che suor Agostina, in punto di morte, riuscì a perdonare.
La vita consacrata è un dono, come ricordato dal vescovo, mons. Gianfranco De Luca, in occasione della celebrazione eucaristica conclusiva in cui ha espresso il rendimento di grazie per questo evento straordinario: “Sant’Agostina voleva amare fino alla vita e non c’era una misura più grande per farlo”. Una vita donata per entrare nello sguardo di Dio e accogliere, nella propria esistenza personale e comunitaria, la Parola del Signore ma farne anche una testimonianza attiva. “Se non annunciamo e testimoniamo la parola di Dio – ha osservato mons. De Luca – non permettiamo al cuore dei nostri fratelli di liberarsi dalla malvagità e di diventare artigiani di pace e di amore. Come cristiani dobbiamo avere l’ansia che accoglie la Parola dando la forza della testimonianza nella società”. Al termine della santa messa, suor Anna Antida Casolino, termolese e postulatrice della Congregazione per le cause dei Santi, ha ripercorso il senso dell’iniziativa ringraziando tutti coloro che hanno preso parte all’accoglienza della reliquia. Suo fratello, Cleofino Casolino, ha fatto dono di una scultura dedicata proprio a sant’Agostina.
L’EVENTO STRAORDINARIO
L’evento straordinario è avvenuto in occasione dei cinquant’anni dalla beatificazione di suor Agostina Maria Pietrantoni (12 novembre 1972 per opera di Paolo VI, poi canonizzata nel 1999 da San Giovanni Paolo II) e come testimonianza della presenza, fin dal 1880, delle suore di Santa Giovanna Antida a Termoli al servizio amorevole dei poveri, dell’educazione dei giovani, della comunità e del territorio. L’iniziativa, condivisa dal vescovo, mons. Gianfranco De Luca, è stata organizzata dalle religiose e dai devoti insieme alla Consulta diocesana per la Pastorale della salute, alla parrocchia di San Timoteo e con il patrocinio del Comune di Termoli. È stato così creato un Comitato che ha predisposto con impegno e sensibilità al tema un programma speciale per accogliere i pellegrini che sono arrivati in città per rendere il proprio omaggio alla reliquia di suor Agostina, morta non ancora 30enne pugnalata da un suo assistito all’ospedale Santo Spirito di Roma dopo che lei aveva continuato ad aiutare sia lui che la mamma cieca. Una vita dedicata agli altri: “Non martire col sangue, ma testimone di amore e di servizio”. Suor Agostina era nata a Pozzaglia Sabina nel 1864. A 22 anni entrò tra le Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret e fu mandata nel celebre ospedale, detto il “ginnasio della carità cristiana” dove si spese con abnegazione e gratuità fino all’ultimo respiro. Come ogni anno, una delegazione della diocesi ha rinnovato, lo scorso settembre, il pellegrinaggio nel luogo di nascita della Santa ed è così partita l’idea di accogliere la reliquia. Un segno di gratitudine, accompagnamento alla fede e guida in questo tempo di fatica dentro e dopo la pandemia in un contesto di emergenza in cui è proprio l’ascolto e l’aiuto dell’altro, compiuto con uno spirito di gratuità e amore, a donare un motivo di speranza e di fiducia verso il futuro. Una testimonianza di vita e di fede cristiana, dunque, che indica la strada per imparare a vivere per gli altri in ogni situazione, dalla famiglia, al lavoro, alla società riscoprendo il valore del silenzio, della preghiera e della gratuità. Suor Agostina come dono di amore, nella Parola vissuta, che accompagna la riscoperta di un percorso di fede e di amore verso il prossimo.