SAN GIULIANO DI PUGLIA. Tra le tante testimonianze che questa giornata della memoria ci ha lasciato, in un misto di rinnovato e mai sopito dolore ma anche di speranza vogliamo segnalare ai nostri lettori la storia che Lilia Di Renzo, oggi ventinovenne e novella sposa, ha voluto postare sulla sua bacheca Facebook insieme ad una foto davvero particolare.

Lilia è una ragazza davvero in gamba, una lavoratrice che abbiamo conosciuto personalmente in una fabbrica alle Piane di Larino, si è sposata qualche settimana fa con Antonio Vitulli coronando il loro sogno, ma Lilia è anche una delle sopravvissute di quel maledetto 31 ottobre 2002. Una data che ha voluto tatuarsi sul collo perchè come lei stessa scrive una simile tragedia ti resta “sul cuore e sulla pelle’ per sempre.
Lilia scrive “31 ottobre 2002, avevo nove anni e frequentavo la classe quarta della scuola Jovine. Una forte scossa di terremoto ha travolto la mia scuola dove sono rimasta intrappolata per ore insieme ai miei amici e alle maestre. A 20 anni di distanza i ricordi e la sofferenza e i sensi di colpa sono vivi e camminano con me ogni giorno. Doveva essere una normale giornata scolastica invece alle 11.32 si è fermato tutto, la scuola si accartoccia ci cadde tutto addosso, anche la vita cadde distruggendo i nostri amici, i nostri sogni e la normale quotidianità.
Il forte boato e le urla disperate sono un chiodo fisso che mi accompagna nella vita. Dopo 20 anni resta tutto così, la forza di vivere contro una vita e un’infanzia ingiusta. Perché a distanza di anni dopo tanta sofferenza abbiamo e dobbiamo combattere contro i nostri sensi di colpa, contro il silenzio, contro le mille domande che ci vengono poste, alle tante non risposte, al perché è successo proprio a me contro tutto perché tutto è cambiato. Il terremoto in un secondo distrugge tutto si prende insieme alle macerie la vita. Voi che ci guidate da lassù a voi devo la mia forza e i miei successi e dedico a voi ogni mio giorno bello. Per non dimenticare mai una tragedia così grande”.
Una testimonianza da condividere cara Lilia, grazie di averla raccontata.