ROTELLO. Ci sono storie che non si possono raccontare, ma hanno senso soltanto se vissute, se sperimentate in prima persona. Vissute, sì perché ascoltare padre Maurizio, il ballerino di Dio, l’eterno innamorato di Gesù eucarestia in scarpe da ginnastica è un qualcosa di unico, dove l’unicità non sta tanto nel fatto che lui riesce anno dopo anno ad avere una forza sempre uguale di attrazione quanto in quella sua particolare dialettica emozionale che ti rapisce e ti fa ‘urlare’ in chiesa le parole della gioia come Alleluja, Amen, Gesù è tutto. Tutto e non parte.
Chi scrive in passato, quasi 30 anni fa ha avuto modo di conoscere il giovane padre Nike nel convento di Morrovalle in provincia di Macerata, di condividere con lui momenti di amicizia, pagine di vita che il tempo ha solo velato ma non certo cancellato.
Ebbene, quell’amicizia mi ha portato a Rotello ad incontrarlo di nuovo nel giorno di apertura della Festa dell’Eucarestia voluta dal parroco Don Marco Colonna che ha scelto, tra gli altri testimoni proprio il passionista padre Maurizio De Santis da qualche mese tornato in Abruzzo dopo ben 12 anni trascorsi come parroco a Livorno.
Un incontro davvero emozionante grazie anche all’amico comune Fra Gabriele Violante, al tempo, lui postulante al convento di Morrovalle. Un abbraccio di saluto, qualche battuta sul tempo che fu, un velo a confondere i ricordi e poi la celebrazione della Santa Messa con l’esaltazione dei gesti liturgici, la passione vera per quel pane e vino, corpo e sangue di Cristo che si è reso vivo nelle cose semplici per essere tutto in tutti.
I fedeli di Rotello ma anche di alcuni centri limitrofi come Ururi (molto legati ai Passionisti e a padre Maurizio per via della Tendopoli a San Gabriele) sono rimasti, come dire, in estasi ad ascoltarlo. Ad ascoltare le sue parole, ad osservare i suoi gesti, quello di un uomo di Dio, ‘skizzato’ d’amore che dopo aver superato brillantemente un provino nel tempio della danza italiano, la Scala di Milano, lasciò tutto, i suoi affetti più cari, la sua ragazza del tempo, per seguire Cristo e seguirlo sull’esempio di un altro giovane come lui, San Gabriele dell’Addolorata, quel Francesco, anche lui ballerino elegante, brillante animatore dei salotti di Spoleto, che scelse di entrare nell’istituto austero dei padri passionisti.
Padre Maurizio si è raccontato a modo suo. Ha raccontato storie di vite vissute, testimonianze di amore verso Gesù eucaristico, ha raccontato di quel piccolo pane che si fa cibo e nutre. Di quel pane che salva, di quel pane, Cristo a cui dobbiamo ogni cosa e per il quale vale la pena vivere. Ed ancora il suo amore per gli animali e per il rap, il tutto sempre indossando le sue nike e quella croce vescovile donatagli dalle comunità rumene per le tante opere svolte nei loro confronti.
Un tempo senza tempo dove il buon Dio ha parlato ancora una volta con la voce di Padre Nike e la gente è rimasta ad ascoltare ed ogni parola crediamo l’abbiano sentita propria, diretta a tutti e a ciascuno in particolare.
E quando la funzione è conclusa, padre Maurizio si è congedato lasciandosi accompagnare dal ritmo delle mani, in una danza di gioia perché lui è stato, è e resterà sempre il ballerino di Dio.
Il momento dei saluti e quel ‘vienimi a trovare insieme alla tua famiglia’. Questa volta sono certo non farò passare 30 anni.
Nicola De Francesco