LARINO. “Ci sono diversità di carismi ma uno solo è lo Spirito, ci sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”.
Il passo della lettera ai Corinzi ci aiuta questa sera, insieme al saluto rivoltole da don Claudio Cianfaglioni, a conoscere meglio il ministero svolto a Larino, in questi ultimi due anni, da Suor Josefa Mata Elias, la religiosa appartenente alle Catechiste di Maria Santissima dell’Ordine di San Benedetto che tra poche ore, dopo ben 23 anni trascorsi in Italia, farà ritorno in Messico, sua terra natia.
Suor Josefa in questi ultimi due anni ha servito con fede autentica, con quella sua manifestazione particolare dello Spirito, con la sua risata contagiosa e rumorosa, l’intera comunità larinese. La stessa che, questa sera, si è ritrovata nella concattedrale frentana per rivolgerle con affetto il suo saluto, con la promessa di rivedersi di nuovo perché ciò che è stato unito non potrà certo essere diviso da una distanza solo materiale.
Presente, lui che tanti anni fa fu l’artefice della venuta in Italia delle suore dell’Ordine di San Benedetto in quel di San Nicolò a Tordino, dove era parroco, il vescovo Gianfranco De Luca che con don Claudio e don Antonio Di Lalla ha celebrato la Santa Messa ed ha salutato, a nome dell’intera diocesi, la suora messicana che certamente in ogni realtà dove ha avuto modo di testimoniare la sua vocazione, ha lasciato ricordi del cuore, gli stessi che lascerà anche a Larino.
Nel porgerle i saluti, trattenendo le lacrime, a riprova dell’importanza del ministero svolto nella comunità da suor Josefa ma anche del rapporto umano che in tanti hanno stretto con la piccola suora messicana, don Claudio Cianfaglioni ha testualmente affermato “Eccellenza, c’è una frase che le ho sentito ripetere spesso e che stasera mi permetto di fare mia: “La presenza di una religiosa in una comunità è qualificante: è una presenza che ‘parla’ anche qualora quella religiosa non dovesse fare nulla in quella comunità!”.
Se questo è vero per tutte le religiose, figuriamoci per chi in una comunità si dona in un servizio continuo, generoso e qualificato come è stato quello di Suor Josefa in questi ultimi due anni qui a Larino!
Qualcuno, per semplificare, ha detto che Suor Josefa è stata la “sacrestana” della nostra Cattedrale! Senza nulla togliere al prezioso servizio che svolgono i sacrestani nelle chiese, mi permetto di dire che questa qualifica sminuisce di molto ciò che Suor Josefa ha fatto ed è per noi.
Basti solo pensare alla gioia prorompente del suo sorriso contagioso: una gioia che ha una radice profonda, non superficiale: è la gioia del Vangelo, l’Evangelii Gaudium a cui continuamente ci richiama Papa Francesco e che tu, Suor Josefa, ci hai testimoniato quotidianamente, anche con la tua risata fragorosa e rumorosa!
• L’animazione liturgica nelle messe feriali e festive;
• l’adorazione eucaristica che hai preparato per tutti i mercoledì dell’anno ai Santi Martiri e per tutta l’estate qui in Cattedrale;
• il tuo accompagnamento ai tanti giovani adulti che hai preparato alla Cresima;
• l’amore con cui hai preparato la nostra Cattedrale per le tante coppie di sposi per il giorno del loro Matrimonio o per i nostri bambini nel giorno del loro Battesimo;
• la tua fedeltà nell’accompagnare i nostri defunti nel giorno del loro funerale e a visitare insieme a me le famiglie degli ammalati o in lutto;
• la tua capacità di coinvolgere altre persone nei servizi che svolgevi, facendo squadra e creando sempre un clima sereno e di famiglia;
• le tante famiglie e i giovani coi quali ti sei coinvolta; il Consiglio per gli Affari Economici e il Comitato Feste del nostro Maggio Larinese col quale ti sei generosamente messa in gioco;
• la tua attenzione al decoro di questa chiesa che per tutti i larinesi è “casa” e che anche tu, da subito, hai sentito come “casa tua”.
Altro che sacrestana: molto di più, vero?
Tutto questo – e molto di più, che forse dimentico, o che magari non conosco, perché lo hai fatto di nascosto ed è noto solo a Dio! – ecco, tutto questo lo hai fatto sempre con la gioia del Vangelo, mai col muso. Aiutandoci a sorridere, a volte, anche in alcuni momenti più difficili! Di tutto questo noi stasera vogliamo dirti GRAZIE!
Insieme a don Antonio e a tutto il Consiglio Pastorale, e con la generosità di tanti, abbiamo pensato di dare concretezza a questo nostro “grazie” attraverso un piccolo dono: il contributo per l’acquisto di una chitarra, perché quando arriverai in Messico tu possa continuare a suonare e a cantare lo “spartito” che Dio ha preparato per te!
Infine, non possiamo farti partire senza chiedere il permesso a San Pardo. C’è una foto del maggio scorso che ti ritrae (sorridente come al solito!) mentre tieni le redini di un carro di San Pardo: forse è l’immagine più bella e più vera che dice il tuo essere un po’ anche “larinese”, oltre che messicana!
Te ne facciamo dono, affidandoti all’intercessione del nostro Patrono, dei Santi Martiri Larinesi e della Madonna di Guadalupe, la Vergine della Speranza, tua patrona!
Grazie di tutto, Suor Josefa! E arrivederci a Larino: qui è casa tua, ti aspettiamo sempre!”.
Un lungo e caloroso applauso al termine della Messa e poi, prima del buffet, tante foto a regalare a suor Josefa il ricordo materiale della gente di Larino, quello materiale perché siamo certi nel suo cuore e nella preghiera li custodirà gelosamente come doni sempre vivi.
Buon viaggio suor Josefa e buon cammino con l’aiuto della Vergine e di San Pardo.