LARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’associazione ‘Vivi Larino’ che torna a stigmatizzare il notevole danno arrecato alla città e al turismo ogni qualvolta i turisti che vorrebbero visitare l’ellisse romana ed il parco archeologico di Villa Zappone si trovano di fronte ai cancelli chiusi. Nella nota quelli dell’associazione questa volta lasciano chiaramente intendere che se non arriveranno risposte occuperanno pacificamente l’anfiteatro ‘perché questa ingiustizia dece finire’.
Nella nota che giunge dopo che l’ennesimo gruppo di turisti ha trovato i siti archeologici larinesi chiusi, si legge testualmente: “Non è la prima volta, pur avendo la guida preso contatti locali che hanno risposto facendo spallucce. E questa è la vostra promozione turistica o solo quella degli stands di orecchiette e arrosticini?”
Questo il messaggio lapidario che l’associazione ViviLarino ha ricevuto questa mattina da un gruppo di turisti dell’Emilia Romagna che voleva visitare l’Anfiteatro, trovato ovviamente chiuso. L’autobus ha poi proseguito la sua corsa verso altri comuni ed i suoi passeggeri hanno potuto gustare così l’amaro in bocca. Tale sensazione ovviamente accomuna anche la nostra associazione e non solo. Sono tanti i Larinesi che ormai si chiedono il perché non si riesca in alcun modo a sfruttare un pezzo di archeologia così raro da fare invidia.
Forse, ci chiediamo, il problema è proprio quello: l’invidia? Non da escludere a questo punto. Altrimenti quantomeno ci si dovrebbe spiegare il perché tra tanti siti che abbiamo qui in Molise questo è proprio uno dei più problematici quando si tratta di farlo visitare ai turisti. Inoltre: che attività di intercessione è stata fatta in merito dalle istituzioni Regionali e Comunali?
Vorremmo ricordare a tutti che l’Anfiteatro è un patrimonio artistico ed è giusto che vada tutelato, ci mancherebbe, ma è un patrimonio anche di Larino e dei Larinesi e francamente siamo stufi di dover sopportare queste angherie e questa indifferenza che rasentano quasi una sorta di “bullismo” nei nostri confronti.
Che forze sono state messe in campo? Quali capacità gestionali? Quale reale volontà di valorizzarlo?
Se queste domande non troveranno risposta in tempi brevi saremo costretti ad una pacifica occupazione del sito perché questa ingiustizia deve finire! Larino si ribella a tutto ciò!”