MONTORIO NEI FRENTANI. Tanti colleghi, tanti infermieri, personale ospedaliero, amici del liceo, amministratori dei centri limitrofi come di Larino e di Montelongo, tanti semplici cittadini. In una parola tanta gente che, la splendida chiesa dell’Assunta non è riuscita a contenere tutta. Tutti presenti per omaggiare Paolo, il dottor Paolo Carfagnini deceduto, ieri pomeriggio, a quasi 65 anni nella sua abitazione colpito da un infarto fulminante.
“Voglio ringraziare tutti voi – ha affermato il sindaco e cognato di Paolo, Nino Ponte – la vostra presenza qui oggi allieva in parte il nostro dolore. La vostra presenza è testimonianza preziosa di quanto fatto da Paolo. Io, pur vivendo a soli venti metri, lo incontravo ogni quindici giorni. Quindici giorni fa stavamo ragionando proprio di sanità. Io gli dicevo Paolo ti hanno nominato direttore di un brandello del Vietri e lui “ma che dici, al Vietri oggi ci sono quasi novanta posti letto. Ci sono tre reparti che non si trovano altrove. Il Vietri sta risorgendo”. Ed io aggiungevo ma la sanità molisana è in sofferenza, puzza…E lui aggiunse ‘puzza di morte’.
Parole, quelle di Ponte che se da un lato hanno ribadito quale grande passione aveva il dottor Carfagnini per il suo lavoro, dall’altro hanno anche palesato uno stato della sanità molisana che anche a Paolo non andava giù. Parole che quasi hanno indicato ai presenti un interrogativo nuovo: ora cosa accadrà dopo la morte del dottor Carfagnini?
Si diceva c’erano in tanti intorno al feretro di Paolo. Tra i tanti, accompagnato da sua moglie, abbiamo notato, dietro gli occhiali scuri, anche Giuseppe Fiscariello, Peppino, in qualche modo (passateci il termine) l’alter ego al Vietri di Paolo.
L’infermiere, primo collaboratore da anni del dottor Carfagnini, è salito immediatamente a Montorio ieri pomeriggio appena appresa la notizia. Sconvolto, è rimasto accanto al suo dottore, all’amico con cui ha condiviso giorni, settimane, anni di lavoro. Ma non solo quello. Un’amicizia quotidiana fondata sul rispetto, sulla condivisione, su quel lavoro che aveva di fatto creato un binomio di intenti, di vedute dove non c’erano ruoli ma un comune sentire: prestare soccorso agli altri.
Nella giornata in cui la chiesa ricorda come servire Gesù, stando ad ascoltarlo ma anche servendo sull’esempio di Marta e Maria, Paolo ci ha dato l’esempio vivente di come quel servire sia stato fatto e di come ora tocca a noi ricordarlo per continuare la sua opera. Questo, il sunto dell’omelia funebre celebrata da don Giovanni Licursi insieme ad altro sacerdote prima della celebrazione del rito cristiano del commiato.
“Con la morte di Paolo – ha affermato il direttore del distretto di Termoli-Larino Giovanni Giorgetta – perdo prima di tutto un amico e poi un valente medico. Un uomo di medicina che è diventato un pilastro del Vietri. In tutti gli anni del suo servizio, Paolo è stato sempre un punto di riferimento, un collega su cui poter contare, con cui poter costruire nuove progettualità che grazie anche a lui oggi sono divenute realtà proprio al Vietri. La notizia della sua morte mi ha profondamente colpito. Sono passati davanti ai miei occhi decine e decine di ricordi di Paolo da quelli più lontani nel tempo fino agli ultimi, quelli legati alla gestione della pandemia, al suo impegno per le vaccinazioni a Larino. Perdo un vero amico, un validissimo collega. Una perdita per l’intera sanità molisana, ed in particolar modo bassomolisana”.
Tanta gente, ma anche tanti manifesti di partecipazione al lutto: da quelli della direzione dell’Asrem passando per quelli dei vari reparti fino a quello fatto affiggere dall’amministrazione comunale di Larino che testualmente recita “il sindaco e l’intera amministrazione comunale di Larino manifestano sentimenti di vero e sincero cordoglio alla moglie Maria Teresa e alla figlia Anthea Costanza e ai familiari del dottore Paolo Carfagnini professionista esemplare che tanto ha fatto per il nostro ospedale e per la nostra comunità”.
Tanto ha fatto Paolo per tanti, il suo ricordo resti vivo e non si disperda il suo lavoro, lo si onori non con le parole ma con fatti concreti.
Buon viaggio Paolo, arrivederci!
Nicola De Francesco