URURI. Ci sono emozioni che non si possono raccontare ma bisogna solamente viverle. Ci sono avvenimenti che si intrecciano a quelle emozioni e regalano alla storia le gesta di uomini ed animali che si tramanderanno di generazione in generazione, di padre in figlio. Ed un di questi avvenimenti è quello legato al bue biancoceleste Murito da sedici anni campione della carrese del centro bassomolisano, artefice della vittoria dei Giovani in questa ritrovata edizione del 2022.
Un campione che è stato portato in trionfo con tanto di corona d’alloro a testimoniare, laddove ce ne fosse ancora bisogno, il legame autentico che lega il popolo delle carresi agli animali, il rispetto e la passione che gli uomini e, diciamo anche, le donne dei carri vivono per i buoi curati, rispettati per 365 giorni all’anno.
Dopo il banchetto della vittoria svoltosi in piazza nei giorni scorsi, come da tradizione, il partito dei Giovani ha vissuto, nelle scorse ore, il tradizionale rito della riconsegna della bandiera tricolore. Ed insieme alle donne e agli uomini biancocelesti, ai bambini e alle bambine anche lui, Murito tirato a lucido a far bella mostra di se, della sua storia di bue di razza che ha saputo regalare ai giovani tante vittorie, tante imprese, tante storie da tramandare ai posteri.
Gli uomini e gli animali. Ad Ururi come negli altri centri delle Carresi, sono davvero binomio indissolubile. Binomio di venerazione e rispetto, di cura e attenzioni. E la storia di Murito è solo l’ultimo esempio di questo binomio che rende uniche le corse dei carri in basso Molise.