BONEFRO. Riceviamo e pubblichiamo con piacere avendo avuto l’onore di conoscere personalmente la professoressa nei suoi anni liceali, l’intervento del professore Luigi Pizzuto sul nuovo volume della latinista Filomena Giannotti.
”Dopo il successo di “Giorgio Caproni. Il mio Enea” Edizioni Garzanti, Filomena Giannotti, insignita nel 2021 del Premio Internazionale Virgilio a Mantova, torna alla ribalta nel panorama della cultura classica.
Grazie ad uno studio di ricerca, articolato su un autore che, a suo tempo, resiste contro ogni forma di decadenza. “Scrinia Arverna. Studi su Sidonio Apollinare”. E’ questo il titolo del volume pubblicato per conto delle Edizioni ETS nella collana “Studi e testi di storia antica” diretta da Mauro Moggi.
Si tratta di una pubblicazione di ampio respiro, corredata di un ricchissimo apparato bibliografico, che soddisfa non pochi addetti ai lavori nel campo della civiltà latina e del culto delle tradizioni romane. Nell’interessante monografia c’è un ampio ventaglio di notizie storiche e una ricerca d’archivio che punta a recuperare fonti letterarie inedite. Sicuramente non prive di spunti riflessivi che si collegano alle problematiche dei nostri tempi. Focus dunque su Sidonio Apollinare.
Figura di spicco della vita sociale e culturale del V secolo d.C. periodo in cui s’inasprisce il conflitto tra i romani e l’avanzata delle popolazioni barbariche. Siamo in Gallia. I Visigoti di Eurico sono alle porte. La cultura romana resiste nel momento in cui la debolezza dell’impero in ogni dove si percepisce.
Sidonio Apollinare, vescovo e scrittore gallo-romano, è testimone di questo tempo incerto che corre velocemente con i suoi eventi. All’orizzonte si prospetta un assetto inatteso del tutto diverso. Il protagonista della monografìa è simbolo appunto di questa fase di transizione. Ai confini premono le invasioni barbarie, provenienti da molto lontano, pronte a mandare in frantumi un vivere civile da tempo consolidato. Sidonio Apollinare nella Gallia-romana è un componente dell’alta aristocrazia. Il nonno e il padre, da ricchi latifondisti, avevano ricoperto la carica di prefetto del pretorio ai tempi di Teodosio. Sidonio Apollinare vive questo sconvolgente trapasso. Porta nel cuore la difesa dei valori più nobili che riguardano la cultura dell’uomo. Onora lo spirito delle leggi e delle istituzioni.
Ne esalta la dignità. Vanta una parentela con l’imperatore Eparchio Avito e una carriera di tutto rispetto. Diviene vescovo di Clermont Ferrand, capitale degli Arverni, e poi santo. Nasce a Lione intorno al 431. E’ difensore della cultura romana. Contro ogni forma di barbarie bisogna onorarla per salvare appunto quella Romanitas che in questo periodo vacilla assieme agli ideali di alto profilo della cultura e della lingua latina. “Al soccombere della sua regione – precisa l’autrice nell’introduzione – sotto la conquista visigota, dopo un periodo di prigionìa, Sidonio Apollinare trascorre i suoi ultimi anni sostenendo con vigore il persistere della tradizionale cultura del mondo romano contro il dilagare di una sua sempre più decadenza marcata”.
Con una analisi critica, ricca di non pochi dettagli e note di approfondimento, l’autrice, da acuta studiosa, ci fa entrare nella complessità di questo mondo che cambia. Dalle Epistole e dai versi di Sidonio Apollinare il lettore capisce come sia importante tutelare, in qualsiasi fase di cambiamento, il carattere identitario di una civiltà. Il messaggio è chiaro. Nel divenire della storia la lingua va sempre salvaguardata. In questo caso il latino tra l’altro è una lingua raffinata. Ricca di preziosissime espressioni. Animata dunque da un vivacissimo campo semantico e lessicale. E, in particolare, profondamente segnata dalla cura formale strettamente legata al modus vivendi dei parlanti.
Filomena Giannotti è originaria di Bonefro. Ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come professore associato di Lingua e letteratura latina. E’ ricercatrice presso l’Università di Siena. Ha curato il ricco apparato di note dell’Eneide tradotta da Alessandro Fo (Einaudi 2012) e la raccolta di scritti Giorgio Caproni, Il mio Enea (Garzanti 2020).
Nel 2021 ha ricevuto il Premio Internazionale Virgilio – sezione Premio Mantua. Ha pubblicato contributi su Ennodio e altri autori tardolatini. A Sidonio Apollinare ha già dedicato il capitolo Sidonius Reception: Late Nineteenth to Twenty-First Centuries nell’Edinburg Companion to Sidonius Apollinaris (2020). In questa stessa collana, Sperare meliora (2016), un commento, con traduzione e introduzione, al terzo libro dell’epistolario. “Scrinia Arverna” è dedicata ai genitori e alla sorella, scrigni d’affetto. In copertina sono riportate le immagini di Erodoto e Tucidide, erma del Museo Nazionale di Napoli”.