MONTELONGO. Un’aura di gentilezza ci accoglie e ci travolge appena entrati all’interno del “Forno delle Grucce” a Montelongo.
In questo luogo di manzoniana memoria Emilio e la moglie Annalisa da 28 anni sfornano ogni giorno pane, pizzette, cornetti e biscotti dolci e salati.
Vivere in questi paesi non è facile e lavorare forse è ancora più difficoltoso, i pochi abitanti non possono permettere la sopravvivenza di un’attività come quella del forno per cui ci vuole inventiva e tanto lavoro per restare a galla.
In passato i forni erano a disposizione dell’intera comunità, si cuoceva il pane che ogni privato abitante portava in base ai propri bisogni, adesso invece il “Forno delle Grucce” ha capovolto questo vecchio sistema, il pane di grandissima qualità preparato durante la notte viene portato casa per casa ogni mattina da Emilio che da un segnale inequivocabile -una busta appesa al portone- intuisce dove lasciarlo.
Efficiente, comodo e funzionale, il metodo ha trovato nel corso degli anni il riscontro e la fiducia di tanti che ne hanno fatto una consuetudine irrinunciabile.
Ci sono attività come questa che meritano attenzione e stima perché nascono da una grande forza di resilienza che aiuta a vivere e far vivere i piccoli centri già condannati dallo spopolamento, dove anche un’insegna accesa può rappresentare una piccola luce di speranza.
Allora solo applausi ed incoraggiamenti ad Emilio e Annalisa per il loro metodo e per la grande voglia di (r)esistere.
(Foto e testo di Francesco D’Imperio)