CAMPOBASSO. La Squadra Mobile di Campobasso ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, 11 giovanissimi del capoluogo e zone limitrofe.
E’ l’esito di una delicata e complessa indagine scaturita dalle segnalazioni pervenute nei mesi scorsi negli uffici della Questura del capoluogo di regione.
Gravi le imputazioni affiorate a conclusione degli approfondimenti condotti dal personale di Polizia grazie anche alla collaborazione dei cittadini e delle Istituzioni scolastiche.
Quattro dei ragazzi denunciati (indicati dai testimoni come i presunti ‘capi’ di quella che è emerso essere una vera e propria gang) sono accusati di associazione a delinquere, diretta a commettere più reati intimidatori nei confronti di minori e non solo: ascritti anche i reati di furto con violenza e/o minacce, rissa, minacce, atti persecutori, percosse e lesioni personali.
Gli altri sette indagati, invece, pur facendo parte dello stesso gruppo e ugualmente autori di gravi condotte a carico delle vittime, hanno avuto un ruolo più marginale nelle vicende analizzate.
Gli accadimenti hanno avuto inizio a Febbraio 2021 e si sono protratti fino al mese di dicembre dello stesso anno.
Gli indagati – che all’epoca dei fatti avevano un’età compresa fra i 13 ed i 17 anni – tanto nella scuola, quanto lungo le strade del centro urbano di questo capoluogo, hanno periodicamente messo in atto comportamenti violenti a danno di altri studenti minori, dei genitori degli stessi, di persone indifese o giovani coetanei presi di mira casualmente mentre camminavano per strada.
Un gruppo che di fatto ricavava una maggiore spinta criminale proprio dall’azione collettiva del branco.
Tanto che i soggetti denunciati agivano e poi postavano sui social network le proprie azioni, come a voler intimorire chi provasse in qualche modo ad ostacolarli. Ed erano soliti celebrare la violenza immortalandosi in atteggiamenti da “boss”.
L’attività investigativa della Squadra Mobile è partita dopo la denuncia di una giovane vittima, che raggiunta da provocazioni verbali mentre passeggiava lungo una delle strade principali della città, è stato colpito al volto con una testata.
Gli approfondimenti investigativi puntualmente svolti, hanno permesso di accertare che alcuni degli indagati, in concorso tra loro, erano autori di frequenti e sistematici atti di bullismo nei confronti di un compagno di classe, bersaglio di scherno e sberleffi tanto da incutere nello stesso la paura di andare a scuola.
L’apice dell’atteggiamento vessatorio nei confronti della vittima si è raggiunto quando è stato percosso all’uscita dalla scuola dove il padre, che lo aspettava in macchina, intervenuto per difenderlo, è stato egli stesso sopraffatto dai calci e dai pugni del branco.
Ma minacce e ritorsioni venivano riservate anche ad altri compagni di classe – per lo più ragazze – qualora si fossero rifiutati di cedere la merenda e/o piccole somme quotidiane di denaro.
Un episodio di violenza è stato denunciato anche a carico di un uomo senza fissa dimora colpito a suon di calci lungo via Cavour.
Sempre loro, sono stati identificati quali protagonisti di una rissa scatenata per futili motivi ai “gradoni” dell’ex stadio Romagnoli e sono loro gli autori di una violenta aggressione accaduta all’altezza del Centro Commerciale “Il Centro del Molise” ai danni di un altro minore che ha riportato 30 giorni di prognosi.
Gli indagati avevano sostanzialmente creato un clima di terrore e paura che si era materializzato anche nelle segnalazioni giunte alla dirigenza scolastica dell’Istituto frequentato da alcune delle persone sottoposte ad indagini, dove spesso gli stessi docenti si sono ritrovati ad avere a che fare con atteggiamenti di prepotenza da parte che, seppure puniti con note scolastiche e/o sospensione dall’attività didattica, mai hanno sortito segnali di ravvedimento rispetto al modus operandi aggressivo e persecutorio.
Dagli accertamenti info-investigativi portati a termine dalla Squadra Mobile di Campobasso emerge quindi uno spaccato preoccupante del disagio che riguarda alcuni giovanissimi del capoluogo. Forme di violenza che, in alcuni casi, hanno peraltro favorito un preoccupante sentimento di emulazione da parte di soggetti più fragili che si sentivano “al sicuro” se parte del gruppo del quale assumevano atteggiamenti e abitudini.
Un gruppo consolidato, che nell’arco di un anno ha riprodotto dinamiche tipiche della microcriminalità organizzata, alimentando paura ed impotenza in molti cittadini e finanche nel mondo della scuola.
Quello delle baby gang rappresenta un fenomeno complesso che va ad inserirsi in quel peggioramento delle forme di disagio giovanile di cui si parla anche nella relazione prodotta in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2022.
La Polizia di Stato, tuttavia, invita i cittadini a collaborare e a segnalare qualunque atto di prevaricazione che di fatto determinano il degenerare dei rapporti sociali e pregiudicano la qualità della convivenza civile.