SAN GIULIANO DI PUGLIA. Ci sono giorni nella vita che ti appartengono, che senti in modo diverso e il 2 dicembre, ormai da 19 anni, è uno di questi. Uno di quei giorni in cui fare memoria di quel 27esimo bambino, di quell’ennesimo lutto che colpì la comunità di San Giuliano di Puglia proprio il 2 dicembre del 2002, giorno della morte del piccolo Umberto Visconti. Umberto, primogenito di papà Massimo e mamma Celestina era rimasto per ore intrappolato sotto le macerie della sua scuola, quella maledetta scuola che, crollando su se stessa in occasione del terremoto, aveva strappato all’affetto dei propri cari 26 bambini e la loro maestra, ma non Umberto.
Lui era vivo quando l’hanno estratto da quelle macerie, quando l’hanno trasferito al Bambino Gesù per cercare di curarlo, di salvargli la vita dopo le profonde ferite riportate. 32 giorni in ospedale, giorni di attesa, di speranza, e poi purtroppo di dolore, quel dolore che ha segnato per sempre il volto di un uomo dall’aspetto imperscrutabile come Massimo, quello di Celestina amorevole mamma, quello di Guido oggi piccolo imprenditore. Un dolore sconosciuto per Ginevra ma presente nel ricordo di quel fratello maggiore che non ha mai conosciuto di persona ma di certo nei racconti che in casa ha sentito fin dalla sua nascita.
A distanza di 19 anni da quel tragico 2 dicembre, chi scrive, all’epoca giovane cronista, vuole riproporre le parole messe nero su bianco in occasione dei funerali del piccolo Umberto per fare memoria, ma soprattutto per ribadire con le parole dell’allora Vescovo Valentinetti “Carissimo Umberto, tu che già contempli il volto del Signore, raccogli le preghiere di questa comunità, dei tuoi genitori, intercedi presso il Padre perché ci doni consolazione, prendi le lacrime, nascondile nella tua bara e sollevaci da questo dolore così forte”.
“Un canto di lode a Dio, accompagna all’interno della tenda, nuovamente adibita a Chiesa, il feretro bianco del piccolo Umberto, del nuovo “angelo” che il Signore ha voluto accanto a sé, ad un mese dalla tragedia che ha colpito al cuore la comunità di San Giuliano.
Intorno, tutto è silenzio, rotto, però dalle lacrime, dalla disperazione dei genitori, rimasti sempre accanto al loro cucciolo nelle stanze dell’ospedale romano, dove era stato trasportato, operato, curato, ma dove nessuno aveva mai sciolto la prognosi e dove la speranza non è riuscita a vincere la morte.
L’intero paese si è stretto intorno ad un altro suo piccolo martire, nella tenda ci sono i genitori degli altri bambini, i volontari, le forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco, i rappresentanti politici della Regione, tutti presenti, insieme al Commissario Bertolaso, ad accompagnare cristianamente Umberto nel suo ultimo viaggio mortale.
La funzione è stata presieduta dal Vescovo di Termoli-Larino, Tommaso Valentinetti, che, commosso, ha aperto la celebrazione ricordando a tutti la lotta, la grande voglia di rimanere legato alla vita che ha contraddistinto il nuovo angelo in questi ultimi trenta giorni.
“Signore, continua il Vescovo, non sappiamo, se non hai ascoltato le nostre preghiere o se il mistero della vita e della morte, di cui Tu solo sei padrone, doveva farci sperimentare questo nuovo passaggio cosi difficile e crudele da accettare. Forse ti serviva un altro angelo in cielo, doveva arrivare anche Umberto, ma quanto è amaro e pesante, il giogo che noi tutti, oggi portiamo”.
La folla è tutta raccolta in preghiera, i volti sono segnati dalle lacrime, le lacrime della gente di questo paese che non riesce a darsi pace, non riesce a sanare una ferita, cosi lancinante che resta aperta di fronte a questa nuova bara bianca.
“Carissimo Umberto, tu che già contempli il volto del Signore, raccogli le preghiere di questa comunità, dei tuoi genitori, intercedi presso il Padre perché ci doni consolazione, prendi le lacrime, nascondile nella tua bara e sollevaci da questo dolore così forte”.
Il rito cristiano del congedo chiude la celebrazione, la piccola bara, portata a spalla, attraversa la tendopoli, un breve applauso la accompagna e dal cielo un raggio di sole prende il posto delle nuvole<<Un nuovo angelo ha trovato casa in Paradiso>>.
Anche quest’anno Massimo e Celestina, il fratello Guido e la sorella Ginevra ricorderanno con affetto e in preghiera Umberto perché possa ancora accompagnarli e guidarli dal Cielo.
Un abbraccio di cuore Massimo, a te Celestina e ai tuoi figli!
Nicola De Francesco