LARINO. Corposa la tavola rotonda per “La povertà ed emarginazione: una sfida da vincere” promossa dal Lions club Larino e Comune frentano nell’ambito dell’itinerario “Percorsi in Biblioteca”, tenutosi lo scorso venerdì a Palazzo Ducale.
Un incontro significativo e ben strutturato il cui tema centrale ha tracciato una mappatura reale dei bisogni collettivi che, nella loro crescita esponenziale degli ultimi anni, favoriti anche dalla pandemia, hanno ridisegnato i confini urbani della povertà. Una povertà incisiva, sempre più assoluta e prevaricante che ha investito nuove compagini insidiando la persona in tutte le sue fragilità.
Il tavolo, coordinato da Graziella Vizzarri, dopo i saluti di Pasquale Gioia, socio fondatore del Lions club Larino ed il saluto istituzionale da parte dell’assessore alle Politiche Sociali Angela Vitiello, socia del club frentano, si è aperto al confronto sulla natura multidimensionale del fenomeno dei nuovi bisogni e l’acuirsi delle disuguaglianze.
A prendere la parola il professor Guglielmo Giumelli. “Garantire a tutti gli uomini un’esistenza degna di essere vissuta è una buona ragione. Essa deve spingere a battersi per rendere concretamente universali i diritti, soprattutto quelli economici-sociali, e per il rigoroso rispetto degli stessi”. Il suo un intervento deciso, propenso allo scardinamento della parola povertà da convertire con bisogni, soffermandosi sulla diversificazione degli stessi. L’impatto sociale che esso provoca: i bisogni dei bambini legati all’età dell’infanzia, dei giovani che vedono venir meno molte delle certezze primarie, gli anziani, la non autosufficienza, le donne. Il tutto volge all’avvio del processo di emarginazione che diventa sempre più prevaricante sulla persona, creando sempre più fragilità.
Giumelli, ha ben ricordato quanto siano incisive le povertà, invitando a riflettere sulla loro difformità ed importanza a prescindere; la povertà dell’invecchiamento, la povertà relazionale, povertà di lavoro o da lavoro, considerando i salari bassi. La povertà scolastica-culturale, la natalità povera, la povertà etnico-culturale, le pensioni minime che, non permettono una dignità equa e la vergogna di chi verte in questa nuova condizione indetta dallo sconvolgimento epocale.
La necessità di un intervento attivo ed empatico, elemento fondamentale per concretizzare azioni volte al tentare di ricreare condizioni di equità sociali, e questo grazie all’azione delle associazioni che operano sul territorio, quali “sensori intelligenti” nella lettura dei bisogni.
A seguire l’intervento del Direttore della Caritas Diocesana di Termoli-Larino, Vito Chimienti che ha riportato l’esperienza in Termoli dell’emporio solidale, quale nuova forma di distribuzione dei beni primari con il tentativo di renderlo meno impattante e più fruibile. La Caritas da sempre sul campo con attenzione ai bisogni ed in maniera incisiva “sporcandosi le mani”, così come asserito dallo stesso Chimienti, è una risorsa importante per tutto il territorio che, vede l’impegno e la sensibilità di tanti volontari.
Partendo proprio da una piccola realtà sociale composita come quella di Larino che, nel suo piccolo potrebbe essere un esempio di buone prassi, Don Antonio Di Lalla, parroco e direttore della rivista “La Fonte” ha riportato le azioni concrete nei confronti dei cittadini e il lavoro complesso della mappatura reale dei bisogni. Ha, inoltre, esposto i progetti che il gruppo dei volontari della Caritas Diocesana di Larino intente mettere in atto per “attenuare” le fragilità in essere, praticando l’ascolto attivo. Ha ben ponderato la necessità di un lavoro di rete strutturato che investe associazioni ed Enti.
La presenza di Jula Papa, segretaria regionale di Cittadinanzattiva Molise, ha dato al tavolo l’imput di un prosieguo costruttivo.
Papa, ha sottolineato la presenza di una grande fetta di persone in una condizione di debolezza che, si traduce non solo in una povertà economica relativa al reddito, ma soprattutto in mancanza di opportunità, considerando tutte quelle persone che non hanno un riconoscimento forte come detenuti, migranti e categorie fragili.
La pandemia ha evidenziato lacune causate soprattutto da scelte sbagliate, lontane dai bisogni dei cittadini influendo sull’integrazione, sull’inclusione, con una ricaduta sui servizi. Leso in primis il diritto alla salute, necessario promuovere politiche pubbliche con un modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse: la salute umana, la salute animale e salute dell’ecosistema. Esso è un approccio fondamentale per il raggiungimento di un obiettivo di salute globale.
Un tavolo tecnico multidisciplinare potrebbe essere la sintesi dei bisogni dei cittadini, per proporre azioni correttive nella ordinaria modalità di governo con il protagonismo dei cittadini, questo l’invito di Cittadinanzattiva Molise.
La chiosa è stata affidata a Giovanna Piccinino, coordinatrice del tema distrettuale “Povertà ed emarginazione – le sfide da vincere”, distretto Lions 108 A e all’assessore alle Pari Opportunità Maria Giovanna Civitella per un saluto di chiusura. Nei primi mesi dell’anno il Tavolo si rincontrerà, questa la promessa condivisa, le sfide sono molte, ma un impegno collettivo le rendono più affrontabili.