TERMOLI. Dopo un percorso giudiziario travagliato durato oltre due anni, la Corte d’Appello di Campobasso ha accertato la natura ritrosiva del licenziamento intimato nel dicembre 2018 da un Istituto bancario locale ad una sua dipendente, la signora Claudia Salerno, al tempo assente dal lavoro per malattia.
Dopo aver tentato un trasferimento pretestuoso, censurato dalla stessa corte d’appello, l’Istituto aveva dapprima dato incarico ad un’agenzia investigativa di controllare la lavoratrice nel corso del suo periodo di assenza e successivamente, mentre il periodo di malattia non aveva ancora superato il termine di conservazione del posto di lavoro, decideva di licenziarla per giusta causa, sostenendo che la dipendente stesse abusando del proprio diritto ad assentarsi.
La lavoratrice, però, ritenendo il provvedimento illegittimo e ritorsivo, lo impugnava giudizialmente con l’assistenza degli avvocati Alberto Piccinini, Antonio Monachetti (originario di Ururi e bolognese di adozione), Mara Congeduti e Guido Reni, dello Studio Legale Associato Piccinini e altri di Bologna.
All’esito del giudizio è emerso che la giustificazione addotta dalla Banca fosse priva di ogni fondamento, denotando, al contrario, la volontà di disfarsi di una lavoratrice non più gradita. Per questo motivo la Banca è stata condannata a reintegrare la lavoratrice nel posto di lavoro e a corrisponderle tutte le mensilità perdute dalla data del licenziamento nullo.
La pronuncia consente di fare giustizia, riformando i provvedimenti del Tribunale di Larino, che – nonostante la gravità del provvedimento datoriale – aveva ritenuto di non dover neanche entrare nel merito della questione, pronunciandosi per l’inammissibilità del ricorso per un presunto vizio formale, che fortunatamente non ha retto al vaglio della Corte.