LARINO. Coinvolgente l’incontro con l’autrice Simonetta Tassinari tenutasi a Palazzo Ducale lo scorso venerdì per la presentazione della sua ultima fatica letteraria “Le donne di Calabro di Montebello”.
L’incontro, rientrante nell’itinerario frentano “Percorsi in Biblioteca” promosso dal Lions club Larino e Comune, ha aggiunto un tassello culturale di spessore alla sua carrellata con la presentazione del capolavoro dell’autrice Simonetta Tassinari. La Tassinari, insegnante di Storia e Filosofia è nota scrittrice dai natali romagnoli e residente a Campobasso, le cui opere l’hanno portata ad un successo di rilevanza nazionale.
Dopo il saluto istituzionale portato dall’assessore alla cultura Maria Giovanna Civitella, Graziella Vizzarri ha aperto il dialogo con l’autrice, introducendo al romanzo storico i presenti, riportando la collocazione del periodo storico e le vicende dell’era che investono le tre donne protagoniste: Betta Bai, Barbara e Camilla.
Una breve presentazione per poi passare la parola all’autrice che, sollecitata da domande ha riportato ai presenti, con la sua ineguagliabile bravura, una narrazione a macchia di leopardo del romanzo. La Tassinari ha “attraversato” il racconto contestualizzandolo nell’era storica e confrontandolo con i ruoli dei personaggi che, ha fatto scoprire alla platea con saggia maestria, creando i giusti presupposti per una curiosità letteraria.
Simpatici i retroscena della stesura del romanzo riportati dalla stessa Tassinari, inizialmente un romanzo ben più corposo di pagine e personaggi poi eliminati per renderlo più fruibile al lettore.
Precisa la descrizione dei personaggi, dei luoghi, tanto da far calare il lettore nella realtà del romanzo che, non solo fa rivivere la storia del Seicento, del territorio della Toscana e la Romagna, ma “rapisce” con la descrizione del contesto sociale che, apre ai giorni nostri rimandando il lettore a profonde riflessioni. Si denota uno studio ben curato del periodo storico in tutte le sue sfaccettature socioculturali.
Tre donne: Betta Bai, Barbara e Camilla che, vivono le loro vite attraversando vicissitudini controversi nei loro castelli facendo la spola tra Montebello dei Calabri e Firenze. Donne decise, forti, con le loro passioni, amori e sacrifici, intrecci che non negano la presenza del male, ma anche del bene intriso di valori che distinguono gli esseri umani in tutte le ere. Un romanzo ambientato in un periodo pieno di suggestioni, il Seicento, la decadenza di Firenze, dell’Italia intera, ma è anche l’era della rivoluzione scientifica, sospesa tra antico e moderno. Una rivoluzione della scienza che, interessa molto la famiglia dei Calabri di Montebello tanto, da far rischiare la condanna di eresia a più componenti destando forti preoccupazioni.
Le tre donne raffigurano le tre generazioni che, si avvicendano nel romanzo ed evidenziano, ognuno per la propria indole, l’appartenenza all’antica nobiltà feudale. Inserite nella loro terra e nel proprio tempo, ma nel contempo libere e anticonformiste, forti e con la grande voglia e capacità di inseguire i propri sogni lottando per realizzarli. Un romanzo ricco, intenso nella sua trama, con la grande capacità di appassionare il lettore. Molte le riflessioni che, si sono tenute in sala Freda, durante la presentazione favorite dal dialogo tra l’autrice e il pubblico. Una breve esposizione, da parte dell’assessore Maria Giovanna Civitella, ha riportato l’attenzione sul periodo storico ed il suo contesto socioculturale anticipando la chiosa dell’autrice. Una straordinaria Simonetta Tassinari che, ha saputo ben focalizzare i cardini su cui ruotano tutte le vicende del romanzo lasciando ai presenti tanta curiosità.
La cultura rimane lo strumento più arduo su cui puntare per una libertà collettiva, questa è una grande sfida da vincere.