COLLETORTO. Continua a viaggiare nel Paese del Sol Levante l’olio di Giorgio Tamaro nel campo della ristorazione più esaltante.
E tra i tavoli di questo mondo così lontano, dove i gusti sono completamente diversi, l’olio di Colletorto, da qualche tempo, si fa strada. Meritatamentericeve attenzione e non pochi riconoscimenti. Recentemente, da Tokyo, sono arrivati ulteriori premi e attestati di merito per due varietà tipicamente colletortesi che, in questa terra lontana dell’Oriente,soddisfano senz’altro i palati più esigenti. Le due cultivar dell’agro colletortese, la Rumignana e l’Oliva Nera di Colletorto, sono capaci di produrre oli eccellenti, come viene segnalato da importanti chef e catene nel settore alberghiero giapponese. Al Tokyo International Extra Virgin Olive Oli Competition, l’olio extravergine Tamaro “Colle d’Angiò” è stato selezionato da una commissione di esperti giapponesi,conseguendo, a buon merito, i seguenti premi di eccellenza: Excellence Award Tamaro Colle d’Angiò Green Label e Black label. Arrivano, dunque, quantomeno le soddisfazioni, grazie soprattutto ai sacrifici e al lavoro in un settore agricolo alquanto avaronel passato. Oggi veramente ha subìto una profonda e positiva metamorfosi. Di certo c’è maggiore attenzione alla qualità perchè tutto si svolge secondo la tradizione,segue ritmi sostenibili e, dunque, l’ambiente di provenienza viene rispettato. Giorgio dai genitori ha raccolto i valori di una vita semplice e il meglio della tradizione. Nella sua azione di vita, puntualmente manifesta l’attaccamento alla cultura e al patrimonio ambientale del paese di origine, pur essendo residente a Termoli. Il suo impegno si distingue per il legame spassionato che nutre verso la propria terra, destinato asalvaguardare la bontà eccellente dell’olio extravergine di oliva. Legata a due cultivar che rappresentano l’identità più genuina di Colletorto nel campo oleario. E così le cultivar locali più preziose puntualmente salgono in cattedra per divulgare una lezione entusiasmante. Come in questo caso, tra l’altro, per raccontare la storia di un contesto ambientale, semplice e naturale, dove gli interventi dell’uomo si devono esclusivamente ad unmodus operandi di antica memoria. Intriso di forti legami. Senza tralasciare il sapere tradizionale, la cultura locale, il paesaggio degli ulivi e le esperienze accumulate che, piano piano sui gradini del tempo hanno fatto crescere il settore oleario. In questa dimensione che pone al centro il mondo degli ulivi colletortesi e il gusto dell’olio, radicato proprio in queste singolari varietà autoctone, cresciute in un ambiente unico, forse vanno ricercati i segreti della qualità di alto pregio dell’olio colletortese. Chi giunge a Colletorto,noto come paese dell’olio, riconosce subito le note ambientali di uno spaccato naturale unico. Colpiscono le piccole convalli olivetate che convergono sulla cosiddetta Vallata degli Ulivi, tra San Giuliano di Puglia e le contrade sottostanti Montecalvo, lungo il Vallone di Santa Maria di Laureto. Dove gli oliveti a conduzione familiare, sono simili a tanti soffici pezzi geometrici di un’unica coperta argentea, distesa dolcemente a mezzogiorno. Qui c’è tanto lavoro prodotto dalla mano dell’uomo. Qui si ascolta con piacere l’intreccio silente delle voci della storia. Nei suoi lunghi viaggi l’olio di Giorgio Tamaro “Colle d’Angiò” sicuramente ne racconta i momenti migliori. Tra vita, lavoro e tradizione esalta la qualità. I giapponesi in più occasioni hanno visitato Colletorto. Nei percorsi guidati hanno potuto toccare con mano le cose semplici, il loro profumo, i silenzi e le lunghe pause schiette e genuine di questo piccolo mondo rurale non aggredito per fortuna dal degrado ambientale. L’orgoglio è qui. Resiste. L’olio Colle d’Angiò è anche Presidio Slow Food. Nella Guida agli extravergini 2021 viene segnalato come grande Olio Slow perché viene ottenuto con pratiche agronomiche sostenibili. Per l’interpretazione dei valori organolettici, territoriale ed ambientali, è in sintonia con la filosofìa di Slow Food, perchè capace di emozionare con le sue cultivar autoctone e il territorio di provenienza. Con Colle d’Angiò cultivar Rumignana, compare infine tra i migliori diciotto oli scelti quest’anno da Slow Food, dove “i sentori sono della rucola e della foglia di pomodoro”.
Luigi Pizzuto