LARINO. Arte contemporanea: segno, colore, materia…ma nella realtà nessuno di questi mezzi espressivi avrebbe un senso se non prestiamo la giusta attenzione alla spirito umano e intellettuale, al talento, alla creatività e all’essere artisti oggi.
Notevoli sono stati i cambiamenti nella Storia dell’Arte, gli artisti hanno sviluppato dalla metà del XIX sec. una sorta di “rifiuto” per il passato e un’apertura a nuove ed originali forme visive alternando periodi realisti, simbolisti o espressionisti fino all’astrattismo e al concettuale. La formulazione di un’arte assoluta si è messa in discussione storicamente con la cultura dell’Illuminismo e con l’affermazione della filosofia dell’arte (l’estetica); il bello ideale teorizzato nei trattati del periodo rinascimentale fino al barocco, imperniato sull’arte antica del mondo greco-romano che si identificava con l’oggetto e la natura, oggi è del tutto anacronistico. Questa evoluzione ha portato gli artisti contemporanei a una piena consapevolezza che il “fare arte” deve andare oltre il modello e l’imitazione, poiché svaluterebbe la loro creatività, riducendo il personale talento e impegno in semplice teoria e prassi.
Anna Nirchio è una giovane artista autodidatta che nel suo curriculum vanta una laurea in Beni Archeologici e Storici, ma nel suo tempo libero si è dedicata con passione e determinazione alla pittura su tela. Le sue creazioni hanno conquistato una padronanza di capacità tecniche che sono il punto di partenza di un percorso artistico in continua evoluzione, permeato di un’ansia positiva di ricerca e sperimentazione. Di alcune sue opere che ho visionato quello che mi ha colpito, al di là della coinvolgente matericità, è la tematica impostata non tanto sul quotidiano o su soggetti immaginari, quanto sui molteplici aspetti che Madre Natura ci ha donato.
Anna è affascinata dalla forma e dai colori di una roccia o di una conchiglia, le contempla con l’occhio sensibile dell’artista rappresentandole con artistica manualità.
Dell’opera “Roccia” (tecnica mista, 100×80) dà una lettura personale che così recita:
Corpo solido, integro, all’apparenza forte. Ma l’apparenza bisogna sempre superarla: anche una roccia ha la sua storia, leggibile tra i suoi strati.
La sua esperienza professionale di archeologa è evidente in questo brano, le caratteristiche della roccia vengono analizzate ma la sua empirica conoscenza si traduce in concetto, per cui questo quadro non si definisce esclusivamente nella sua fisicità, e non ha senso chiedersi se l’artista ha rappresentato il vero o il falso, quello che la visione della tela deve trasmettere è l’intuizione.
Cosicché quella forma e quel contenuto vanno sì distinte ma si qualificano artisticamente come sintesi di sentimento e immagine, in una interazione diretta e vivamente partecipata dell’autrice.
Il quadro “Golden Shell” ( tecnica mista, 50×60) ci porta in una dimensione atemporale, il tempo appare sospeso nella serena atmosfera di una marina incontaminata ed è chiaro il profondo legame dell’artista con la sua amata terra.
La struttura compositiva del dipinto, simmetrica e ben calibrata, è mirata a stabilire un equilibrio fisico ma anche spirituale, quasi un bisogno di purificazione e di luce nuova.
Anna nella realizzazione delle sue opere si avvale soprattutto di colori acrilici, materiali naturali o artificiali, oltre che di stucchi e degrassanti, ovvero di tecniche apprese nei laboratori di scienze applicate all’archeologia. Il suo obiettivo è di dare anche una “consistenza” alle sue creazioni, una texture che sia visibile e nello stesso tempo tattile, una valenza significativa che diventa un ulteriore soggetto della sua ricerca e sperimentazione.
Adolfo Stinziani