LARINO. L’obiettivo del confronto era quello di stimolare la creazione di una comunità energetica, che dal Comune di Larino passando per tutti i comuni che sono parte del Bio Distretto, forgiasse una strategia capace di coinvolgere l’intero Molise dove il territorio deve riacquistare la sua centralità e non essere preda di multinazionali dell’energia che lo snaturano senza benefici per le popolazioni.
Queste, le premesse dell’incontro dibattito svoltosi in streaming da Palazzo Ducale, organizzato dal Bio Molise – Distretto frentano, che ha visto intorno al tavolo ‘telematico’ confrontarsi sul tema delle comunità energetiche, il presidente onorario del distretto Giovanni Di Stasi, il presidente del Biodistretto della Via Amerina, Famiano Crucianelli, il responsabile del progetto europeo Redream, l’assessore alle politiche regionali Quintino Pallante, il professore dell’Unimol Rossano Pazzagli e il sindaco di Larino Pino Puchetti anche nella sua qualità di presidente del Bio Molise – Distretto Frentano.
Con la costituzione delle comunità energetiche si crea una delle condizioni fondamentali per un corretto ed efficace utilizzo delle risorse finanziarie europee finalizzate al cambiamento della nostra economia e all’implementazione di uno sviluppo duraturo. Un contributo alla loro realizzazione può venire proprio da quei piccoli comuni che nell’autonomia energetica possono trovare nuove forme di democrazia, di uguaglianza e di sviluppo economico.
Con le dovute distinzioni e differenze tra loro, le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare la priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale.
Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui si fonda una comunità
energetica che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, risulta in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione’.
Nel suo intervento l’assessore Pallante ha ribadito che bisogna proteggere il nostro territorio programmando l’istituzione di zone protette per calmierare le tante richieste di utilizzo del suolo per installazioni di fonti di energia rinnovabile. Certo la Regione non riesce da sola a frenare gli appetiti dei grossi colossi che dalla loro hanno strumenti legislativi e finanziari che spingono verso le energie rinnovabili e trovano terreno fertile nel nostro territorio oggi debole sotto vari aspetti, da quello imprenditoriale a quello sociale. Serve sinergia. Per questo abbiamo coinvolto l’Università con la quale andremo ad individuare le zone da proteggere perchè vocate all’agricoltura, e quelle invece che possono essere utilizzate per le fonti rinnovabili. Partiremo, entro al fine di quest’anno, con dei Piani attuativi che porranno un freno preventivo alle numerose richieste delle multinazionali che strizzano l’occhio alla nostra terra”.
Dal canto suo Famiano Crucianelli, presidente del Bio distretto della Via Amerina, una delle realtà più consolidate in Italia, lui molisano da parte di mamma, molisano del cuore ha affermato, forte della sua esperienza, che la sostenibilità di un territorio dipende soprattutto dal tipo di energia utilizzata e l’efficientamento energetico è fortemente legato alla comunità energetica. L’ecobonus è una grande opportunità perchè permette di parlare di risparmio, che oggi è sovrastato dai consumi e dal consumismo. Tre le questioni che ci hanno portato alla scelta della comunità energetica: la sostenibilità, il cittadino al centro e la democrazia.
Il Bio distretto è l’alveo naturale in cui attuarle e le comunità energetiche sono a tal fine fondamentali perché rimettono in moto il sentimento della partecipazione.
Tutti i relatori si sono soffermati sulla necessità di creare insieme una nuova progettualità, di ricostruire un nuovo equilibrio tra città e campagne. C’è bisogno di uno sviluppo sostenibile ponderato dove i contadini, soprattutto quelli meno ricchi, non cadano nella tentazione di cedere i loro terreni alle energie rinnovabili.
Il presidente del Bio Molise Pino Puchetti ha affermato che a suo avviso per poter avere uno sviluppo sostenibile è necessario avere delle norme chiare che indichino la strada da percorrere, norme chiare anche in tema di eolico. “Personalmente sono contrario e penso al caso di Campomarino. Se vogliamo puntare sul turismo costiero non possiamo permettere poi che si sviluppi un parco eolico sul crinale che scende al mare. Serve una regolamentazione energetica regionale che ponga un freno alla realizzazione degli impianti specie nelle aree che si vogliono poi tutelare ai fini turistici.
E’ tempo di realizzare impianti a favore della comunità come quello che vorremmo realizzare sui terreni di una discarica dismessa nel massimo rispetto dell’ambiente. Per fare questo occorre creare una rete tra i vari attori del territorio. Una rete che dal locale raggiunga direttamente lo Stato in modo da arginare concretamente le grosse multinazionali che poi magari riescono ancora ad insediarsi per via di leggi che lasciano aperte delle possibilità. La missione del Bio Molise – Distretto frentano tiene conto del benessere della popolazione. E lo fa sia come comunità energetica ma anche promuovendo azioni che guardino prima ai singoli territori partendo anche da un nuovo concetto di sanità che abbandoni l’idea centralizzata degli ospedali e si concentri sulla medicina territoriale”.
Giovanni Di Stasi, presidente onorario del Bio Distretto, ha rimarcato come sia necessario procedere in rete e stringere collaborazioni con quanti, come il Bio distretto della Tuscia, ha già avviato le sue azioni in tema di costruzione delle comunità energetiche dove si ci muove in modo collettivo, si produce energia e questa viene collettivamente consumata.
Per Pazzagli bisogna ridare centralità al territorio, un senso specifico ai tanti territori che poi ‘è ridare centralità alle relazioni tra le comunità uscendo da quell’idea di capitalismo urbanocentrico fondato sull’idea della crescita economica continua, che si è rivelata un’illusione. Le comunità energetiche devo dunque rientrare in un più grande e radicale modello di sviluppo dove il rapporto tra l’uomo e la naturare sia ripensato’.
Un incontro davvero interessante che getta le basi programmatiche di un nuovo modo di intendere le energie rinnovabili, ma soprattutto un nuovo modo di utilizzo del territorio e delle sue risorse .