LARINO. Parafrasando ancora una volta la nostra lingua madre, il movimento politico del ‘Germoglio’ ribatte all’esternazioni del sindaco frentano Pino Puchetti affermando, a conclusione della nota postata sulla pagina facebook, sempre in latino, ‘Veritas filia temporis’.
Nella nota si legge “Absens heres non erit (gli assenti hanno sempre torto) è il titolo altisonante che ha “infiorettato” la nota di risposta del Sindaco(?) ai due Consiglieri di minoranza Vito Di Maria e Pardo Mezzapelle, che, ieri, non avendo partecipato all’ennesimo Consiglio Comunale in streaming, hanno motivato la loro assenza con un articolo pubblicato proprio mentre l’Assise era in corso.
Una protesta pacifica per dire basta ai Consigli Comunali da remoto, che ormai, in zona bianca, non hanno più nessuna ragione che li avalli. L’ultimo rifiuto alla naturale modalità di svolgimento in presenza, richiesta dai due assenti, è stato motivato dal Primo Cittadino con il fatto che la domanda dei Consiglieri è arrivata in ritardo, quando ormai, in accordo con il Segretario comunale, si era deciso di tenere l’Assise in videoconferenza, intessendo anche le lodi della Presidente del Consiglio Iolanda Giusti per la tempestiva ed educata risposta. Intanto, bisogna ricordare che i Consiglieri di minoranza da tempo chiedono di tornare a discutere in presenza e non dovrebbero neppure farlo, visto che la dottoressa Giusti dovrebbe spontaneamente riportare il dibattito in sala consiliare, sapendo che la normativa speciale relativa alle riunioni delle pubbliche amministrazioni, confermata anche dal parere del Ministero dell’Interno, dà la facoltà di svolgere gli incontri in remoto, ma non obbliga, semmai mette in discussione, in fase pandemica, la presenza del pubblico, ma mai quella dei componenti il Consiglio. E sempre la dottoressa Giusti dovrebbe sapere che le decisioni circa la convocazione e lo svolgimento delle Assisi rientrano nelle sue competenze e non in quelle del Segretario comunale.
Venendo alla questione del famoso buffet del 26 maggio, i due Consiglieri hanno, in maniera molto chiara, solamente voluto dire che se era stato possibile il convivio con Toma e gli altri invitati, sarebbe stato possibile anche svolgere il Consiglio in presenza, visto che la Sala Pietrantonio, per la sua ampiezza, si presta al rispetto delle norme relative al distanziamento. Il Sindaco, però, con un “volo pindarico” ha incanalato la questione sul fatto che è stato lui a pagare il buffet e che i due Consiglieri erano assenti al rinfresco. Intanto, si specifica che i due Consiglieri non hanno ricevuto nessun invito per il 26 maggio, e nella motivazione della loro assenza non hanno fatto cenno alcuno alla questione economica relativa al rinfresco.
Venendo alla questione delle Cooperative Giustina, rimarcando il fatto di aver risolto un problema che perdurava da 40 anni, il Sindaco ha insinuato, in maniera esplicita, il dubbio che i due Consiglieri non abbiano partecipato al Consiglio per sottrarsi a qualche responsabilità. Questa sottile insinuazione è però un’arma a doppio taglio: ma perché, esiste forse qualche irregolarità, nota solo al Sindaco e ai suoi, che comporti una conseguente assunzione di responsabilità? C’è qualche problema che solo in pochi conoscono? Dopotutto, i Consiglieri, dichiarando i voti che avrebbero espresso sulle questioni più importanti all’Ordine del Giorno, hanno esplicitamente parlato di procedura non corretta, senza entrare nel merito di altre questioni.
Ora, assodato che il nostro Sindaco, come ormai dichiara in ogni dove – dagli eventi pubblici alle chiacchierate amichevoli – ha l’indiscutibile talento di risolvere questioni annose, che nessuna delle Amministrazioni precedenti è stata in grado di affrontare (vedi pure la questione dei ristori dovuti dall’Enel per gli Impianti Sportivi, l’estendimento della rete gas, varie ed eventuali…), dobbiamo anche constatare che, oltre ai panni del Deus ex machina (colui che tutto risolve), indossa anche quelli del giudice, perché, come si può già comprendere dal titolo scelto per il suo post, con un processo alle intenzioni, ha emesso contro i due “disertori” una sorta di sentenza di condanna in contumacia. In realtà, ad avere sempre torto non sono solo gli assenti, ma tutti coloro che in qualche modo muovono critiche all’operato degli amministratori.
Tornando all’opposizione, bisogna ricordare che anche quando ha fatto proposte (vedi quella sulla riduzione dell’IMU) non è stata presa in considerazione. Concludendo, come dicevano i Latini, “Veritas filia temporis” (la verità è figlia del tempo), ha il passo “rallentato”, ma arriva, e allora sì che i posteri emetteranno l’ardua sentenza”.
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