LARINO. “Il protrarsi dell’emergenza sanitaria mondiale – scrivono i parroci di Larino – e le conseguenti restrizioni normative volte al contenimento della pandemia, ci costringono anche quest’anno ad una programmazione delle festività patronali del ‘Maggio larinese’ diversa dalla consuetudine e limitata alle sole celebrazioni eucaristiche”.
Motivo per cui, quella di domani, per il secondo anno consecutivo sarà una giornata particolare per i larinesi. Il 3 Maggio infatti iniziano i solenni festeggiamenti in onore dei Santi Martiri Primiano, Firmiano e Casto co-patroni della città e dell’intera diocesi. Anche in questo 2021, la statua di San Primiano raggiungerà ‘privatamente’ la Cattedrale dove alle 11 e alle 19 sarà celebrata la Santa Messa, la seconda, anche con la presenza di tutti i bambini del Catechismo.
Dal 6 al 14 maggio è in programma la novena dei Santi Martiri sempre alle 19 in Cattedrale salvo il 12 maggio quando la Novena sarà celebrata alle 18 presso il loro santuario.
Il 15 Maggio, poi, alle 10.30 celebrazione della Messa sempre al santuario, e nel pomeriggio, alle 16.30 in Cattedrale Santa Messa presieduta dal Vescovo Gianfranco De Luca che amministrerà il sacramento della Cresima ad alcuni giovani della comunità larinese. La giornata di festa sarà chiusa con una nuova celebrazione eucaristica, sempre alle 19, in Cattedrale.
Ripubblichiamo con piacere l’intervento del responsabile dell’Archivio storico diocesano e biblioteca Giuseppe Mammarella che partendo proprio dalla giornata del 3 di maggio descrive l’intera festa dedicata al più ‘famoso’ dei tra giovani martiri larinesi (Primiano, Firmiano e Casto) che senza pandemia avrebbe visto i larinesi scendere in strada domani e poi il 15 maggio per onorare chi pur di non abiurare la sua fede in Cristo, preferì il martirio.
“A Larino – scrive Mammarella – il 3 maggio di ogni anno (con esclusione dell’attuale per comprensibili motivi), si rinnova il rito legato alla festosa “accoglienza” del simulacro di San Primiano, Compatrono della città e della diocesi.
La statua del primo dei tre Martiri Larinesi viene prelevata (anche quest’anno in forma strettamente privata) dal tempio omonimo, di cui farò cenno più avanti, e condotta processionalmente in cattedrale dove, tre giorni dopo (il 6) ha inizio il novenario. Il corteo è preceduto da centinaia di fanciulli con i caratteristici “Palii”, consistenti in lunghe aste di legno sulla cui sommità sono posti drappi multicolori e multiformi, finemente lavorati, per indicare il trionfo della fede ottenuto con il sacrificio della vita.
Da non confondere questa cerimonia, anche se molto sentita dai fedeli larinesi, con quella dei giorni 15 e 16 successivi, in cui si celebra la festa vera e propria (il “dies natalis”) dei Santi Martiri Larinesi. La processione del 3 maggio risale, probabilmente, agli anni Sessanta dell’Ottocento quando ebbero inizio i particolari riti liturgici legati alla festività del “Legno della Croce”.
Nelle prime ore del mattino di quel giorno e fino all’epoca dell’episcopato larinese di mons. Micci (anni Sessanta del Novecento), il Capitolo cattedrale si recava, in processione, nella chiesa dedicata alla “Madonna della Croce” (quella dei Cappuccini). Giunti all’incrocio con l’attuale Viale Giulio Cesare, si distaccava una parte allo scopo di prelevare l’immagine di San Primiano. Dopo alcune ore, i due cortei si ricongiungevano nello stesso luogo per il ritorno in cattedrale. Accennavo alla chiesa, abituale dimora della statua di San Primiano, dalla prima metà dell’Ottocento chiusa dal cimitero omonimo. Sorge, dagli albori del XVIII secolo, accanto ai resti della basilica paleocristiana e precisamente sull’area dove, tra l’VIII ed il X secolo, fu eretto il monastero benedettino, successivamente assorbito dall’Ordine di Malta”.