LARINO. I larinesi, vicini e lontani, alzeranno oggi le voci di giubilo a Dio che scelse il vescovo del Peloponneso Pardo per proteggerli. E sebbene, per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia, gli animali e i carri resteranno nelle stalle, la devozione per il santo patrono animerà la città, orfana delle manifestazioni esteriori non certo di quella autentica fede che da secoli ed immutabile resterà.
E’ il primo della tre giorni di festa. Il 25 maggio, il giorno che nell’iconografia delle celebrazioni rappresenta l’inizio del procedere lento verso i luoghi del cuore di ogni larinese. L’invito a partecipare alla festa lanciato da san Pardo viene raccolto da tutti i santi maschi presenti in città. All’appello secondo la tradizione manca solo il simulacro di san Primiano custodito all’interno della chiesa del cimitero. Nella serata, così i meravigliosi carri, addobbati di fiori, trainati da coppie di mucche e buoi risalgono il crinale e giungono lì dove è custodito il martire. Ridiscendendo a valle tra un tripudio di colori notturni che si illuminano con quelli delle torce.
Come detto, anche in questo 2021, tutto questo mancherà. I santi, compreso san Primiano sono già accanto al patrono in Cattedrale, pronti per il dì di festa di domani quando ben quattro messe scandiranno il tempo della devozione. Una al mattino, alle 8. Alle 11 il solenne pontificale presieduto dal Vescovo Gianfranco De Luca e dai sacerdoti della città a cui prenderanno parte, nel rispetto della normativa anti covid, le sole autorità civili e militari della Città di Larino, i rappresentanti delle varie realtà componenti il consiglio pastorale e il direttivo dei Carrieri. Proprio a quest’ultimi è dedicata la celebrazione delle 18 (un carriere per ogni carro). Ed infine alle 20, un’ultima messa a chiusura di una giornata che sebbene vissuta ancora in tempo di Covid rinnoverà nei gesti, nelle parole, nei rintocchi della campana la grande festa dei larinesi.
Una festa, che come si ricorderà è stata candidata a divenire patrimonio immateriale dell’Unesco, patrimonio di una civiltà che per il suo patrono rinnova sempre al presente la sua ritualità, la sua fede autentica per colui che il buon Dio scelse come suo protettore.
RIPUBBLICHIAMO LE FOTO DELLO SCORSO ANNO
E LE PAROLE DELL’INNO A SAN PARDO
1
Le voci alziam di giubilo
A Dio che Pardo elesse
Larino per proteggere;
E con le voci stesse
Lodiam alto Signore,
Che a Pardo Protettore
Di gloria un serto dà,
Che nel cader dei secoli
Immoto resterà.
2
Fu Pardo il santo apostolo
Della Moresca gente,
Che, a Cristo ribellandosi,
Quel buon pastor paziente,
Mentre che pasce e regge
Il suo diletto gregge,
Ingrata discacciò;
Ma l’ospitale Dàunia
Asilo a lui prestò.
3
E di Larino il popolo
Un dì si mosse armato,
E presso di Lucera
Quel corpo venerato
Rapì devoto e pio;
E per voler di Dio
Fu nostro protettor;
A Lui è dovuto il cantico
Del grato nostro cor.
4
Pardo, ci sii propizio
Innanzi al divin trono;
Imploraci le grazie,
C’implora Tu il perdono;
Tu ci proteggi in vita,
Tu ci concedi aita,
Ci guidi alla virtù;
E cessi in noi del vizio
La dura servitù.
Buon San Pardo a tutti i larinesi vicini e lontani anche da Viaggionelmolise.it