LARINO. Riceviamo e pubblichiamo il resoconto del convegno svoltosi lo scorso 15 maggio in sala Freda del Palazzo Ducale organizzato dal Comune di Larino e fortemente voluto dal suo Tavolo Tecnico Scientifico in materia di sanità.
“Ha partecipato all’incontro, tramite collegamento on-line, il Professore Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità.
Altri relatori, in presenza, sono stati il dottor Giuseppe Iacovino, medico del 118 UOT di Larino, il dottor Renato Santoro, di Ortona, esperto e docente di sanità digitale e la dott,ssa Giulia D’Ambrosio, di Termoli, responsabile del Progetto A.M.M.A (Associazione Molisana Malati di Alzheimer).
Il Convegno ha evidenziato due punti fondamentali: in primo luogo l’urgenza improrogabile di dare grande rilevanza alla sanità territoriale proponendo un nuovo modello di gestione attraverso una rete sanitaria integrata al centro della quale c’è il cittadino ed in secondo luogo la necessità di strutturare dei nuovi servizi che recepiscano ed accolgano in maniera positiva le innovazioni tecnologiche, adeguandole ai principi del servizio sanitario pubblico, che deve assolutamente essere tutelato.
La rete sanitaria integrata è la proposta che può dare risposte esaurienti alla domanda di servizi sanitari e assistenziali, è lo strumento che permette un rapporto di comunicazione diretta fra le strutture sanitarie, i professionisti e il cittadino, è l’idea che vede il cittadino al centro del sistema di presa in carico e di cura da parte di tutti i Professionisti coinvolti nel processo.
Nella la rete sanitaria integrata tutti gli attori della sanità, gli ospedali, le case della salute, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, gli operatori della guardia medica, quelli del 118, le USCA, le strutture amministrative, il personale del servizio infermieristico, le farmacie, i caregiver, gli assistenti sociali, gli psicologi o addirittura il Sindaco e il Comune devono essere collegati in modo che possano scambiarsi in tempo reale tutte le notizie su un determinato cittadino ed avere rapidamente l’accesso ad esse, conoscendo tutto di quel cittadino / paziente.
Si deve creare un “network sanitario” uno strumento di comunicazione tra professionisti che favorisca il trasferimento di informazioni necessarie per la presa in carico e la continuità dell’assistenza e che segua e ricostruisca la storia sanitaria del cittadino, attraverso un sistema attivo che consente di condividere le informazioni e lo stato di salute dell’assistito e di gestire la prevenzione.
Il Cittadino stesso deve essere messo in condizione di avere la possibilità di accedere al sistema e di partecipare al network di comunicazione con le istituzioni sanitarie e i professionisti, diventando protagonista dei propri percorsi di cura.
Naturalmente questa rete necessita di sistemi e tecnologie digitali, di innovazione tecnologica e può e deve prevedere anche l’utilizzo di servizi di telemedicina.
Passando al discorso della telemedicina, il Professor Gabrielli ha fatto presente la contrapposizione che c’è in Italia tra la prorompente attività di innovazione tecnologica, ricca di nuove idee e di possibilità da parte di imprese e centri di ricerca, e lo stato di quasi immobilità del sistema sanitario nel suo complesso, sia per la parte pubblica sia per la parte privata e ha messo in evidenza la necessità di implementare la formazione dei sanitari nell’utilizzo delle tecnologie digitali per erogare prestazioni sanitarie. Inoltre il sistema sanitario è in grave ritardo nella definizione dei processi organizzativi necessari e nella formulazione di normative e specifiche di settore ( tariffe di remunerazione, norme chiare sulla responsabilità sanitaria, norme adeguate a facilitare le partnership fra pubblico e privato nello sviluppo di progetti e servizi nuovi di telemedicina riprogettati ogni volta per ogni singolo territorio o utilizzo).
Ma la strada della medicina territoriale, seppur complicata, è la strada che deve essere percorsa, specie in vista dell’aumento dei malati cronici e dell’invecchiamento della popolazione».
Naturalmente, a questo punto diventa strategica la disponibilità della Struttura Commissariale e dei vertici Asrem con l’obiettivo di avviare un dialogo costruttivo per l’attuazione di un modello di presa in carico integrata nell’interesse del cittadino.
Un argomento decisamente innovativo quello proposto a Larino che ha suscitato notevole interesse nei sindaci presenti e nei rappresentanti dell’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci. Proprio i sindaci avranno un importante ruolo in futuro sul tema della medicina del territorio.