CAMPOBASSO. “Il 1992 resta inciso dolorosamente nella carne del nostro paese con le sue stragi di mafia, quelle che portarono, il 23 maggio, a Capaci, alla barbara uccisione del giudice Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo, e dei tre uomini della sua scorta: Rocco Di Cillo, Vito Schifani ed Antonio Montinaro e poi, il 19 luglio a Palermo, in Via D’Amelio, alla morte del giudice Borsellino e dei cinque uomini della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Dopo quelle esplosioni e dopo i vuoti che crearono nell’anima più vera e profonda del nostro popolo, anche l’ultimo velo di reticenza del quale Cosa Nostra aveva approfittato per anni, venne tirato via dagli occhi di gran parte delle istituzioni e di tutti coloro che avevano sempre provato a minimizzare e a circoscrivere il fenomeno mafioso.
La Giornata della Legalità è, invece, stata istituita proprio per non minimizzare, e per ricordare ad alta voce i nomi di tutti coloro che alla lotta per la legalità hanno dato la vita. Quel loro sacrificio estremo non va però solo ricordato, bensì va rinsaldato da ogni cittadino con le proprie azioni e con il proprio modo di pensare, quotidianamente, ovunque, senza differenze, perché non solo Cosa Nostra ma anche altre organizzazioni criminali hanno, nel tempo, continuato ad allungare i propri tentacoli, più o meno sotterranei, in tanta parte della vita sociale ed economica.
Lo Stato con le sue istituzioni ha il dovere di continuare a lottare con trasparenza e determinazione contro ogni forma di illegalità, seguendo approfonditamente, nell’interesse del bene comune e della pace sociale, ogni possibile indizio che conduca alla verità in merito non solo a quelle stragi del 1992 ma ad ogni altro tentativo di infiltrazioni della criminalità nel nostro sistema sociale, economico e amministrativo.”