CAMPOBASSO. “Ieri a Milano si è celebrata la resa dello Stato. La festa per lo scudetto dell’Inter a cui hanno partecipato 30mila persone è stata di fatto consentita mentre non si autorizzano eventi privati – matrimoni e non solo – ben più piccoli, organizzati in ogni dettaglio e supervisionati da professionisti nel rispetto delle linee guide. Evidentemente il calcio ha una legislazione tutta sua. Dobbiamo forse suggerire agli sposi e agli invitati di indossare una maglietta della squadra del cuore?”.
Questa la provocazione di Serena Ranieri, presidente di Federmep, associazione che rappresenta imprese e professionisti del settore matrimoni ed eventi privati.
“È l’ennesima discriminazione ai danni del mezzo milione di persone che operano nel nostro settore, ferme da 14 mesi e senza certezze per il futuro. L’indefinitezza della legge, inoltre, sta creando anche interpretazioni contrastanti dei divieti, con la conseguenza che feste si sono tenute e si terranno. Eventi spesso privi di organizzazione e quindi con minor garanzia di rispetto delle norme. Il governo comprenda che far ripartire le cerimonie e le feste non solo ridarebbe fiato a imprenditori allo stremo delle forze ma darebbe anche maggiori garanzie sul rispetto delle norme a tutela della salute”, conclude Ranieri annunciando che nella giornata odierna i ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e degli Affari regionali e i presidenti delle Regioni hanno ricevuto un appello motivato per la ripartenza in sicurezza.
“Dal Molise lo stesso grido – dice Mauro Di Salvatore, capo delegazione Federmep Molise – anche dalle nostre parti ci sono stati cortei, città bloccate, gente senza mascherina che festeggiava e nessun controllo, nessuno a bloccare la “manifestazione spontanea”. Mi chiedo se facessimo anche noi altri “manifestazioni spontanee” così come quelle viste ieri in tutta Italia, cosa ci succederebbe! La cosa che fa ancora più rabbia è che “era prevedibile” e nessuno ha fatto nulla, nessuno si è alzato e ha puntato i piedi pesantemente VIETANDO “eventuali” manifestazioni per le città! Noi restiamo sempre l’ultima ruota di un carro che sta andando alla deriva. Un carro che “anche noi” stiamo trascinando e che, diciamo la verità, senza il contributo delle partite IVA (di tutti i settori) si fermerà presto. E poi che succederà? Ecco perché oggi gridiamo anche noi, ma sui giornali e sui social (non in piazza) APRITE GLI EVENTI, FATECI LAVORARE, la gente è stufa!”