BASSO MOLISE. Una tradizione che si perde nel tempo e anima le comunità. La pandemia non può fermare la fede, la devozione, la partecipazione anche intima per rinnovare l’affidamento a San Giuseppe, custode della Santa Famiglia di Nazaret.
Tante famiglie, da San Martino in Pensilis a Ururi, fino a Termoli hanno riproposto l’altare devozionale coinvolgendo vecchie e nuove generazioni. Le foto che proponiamo, raccolte da Rosaria Occhionero, si riferiscono a questi tre comuni.
Tanti luoghi di preghiera domestica e un percorso significativo carico di sensibilità, pietà popolare, solidarietà e valori alla base dell’esistenza personale e comunitaria. Tante preghiere in onore di San Giuseppe, tra cui questa: “che San Giuseppe possa proteggere tutti i papà che con la pandemia vanno a lavorare per la famiglia pilastro della Chiesa e pilastro dell’umanità. Abbiamo bisogno in questo momento sempre di più di San Giuseppe Padre Putativo di Gesù silenzioso proteggi tutti noi”.
Diverse famiglie hanno preparato anche le classiche tredici pietanze, la pasta con la mollica, la tavola della Santa Famiglia e hanno coinvolto anche i bambini: nel loro sorriso il senso del futuro di cui la festa di San Giuseppe è e sarà parte viva.
In ultimo anche l’altare in onore di San Giuseppe allestito nella chiesa dei Santi Martiri di Larino.
(La foto di copertina è la statua di San Giuseppe che si venera a Larino)