LARINO. Perché dobbiamo essere sempre gli ultimi?
Questo, l’interrogativo che si pone un uomo che abita in questa parte di Molise. Un docente, che per tre giorni alla settimana si reca al Vietri, al centro emodialisi per sottoporsi al trattamento e che si chiede il perché lui, come tanti altri dializzati, non abbia ancora potuto ricevere il vaccino.
Questa è la lettera inviata alla nostra redazione. Una missiva in cui dopo aver descritto, dal suo punto di vista così particolare la situazione, vuole lanciare un appello ad agire in fretta per tutelare e salvaguardare il bene più prezioso che è la vita.
“Sono un dializzato, una di quelle persone che il nostro sistema nell’ultimo periodo ha catalogato come ‘persone fragili’.
Prima della fragilità viene la nostra persona, la nostra paura nel frequentare a giorni alterni ospedali, ricevere visite specifiche e controlli di routine attinenti alla nostra patologia.
Dializzo, tre giorni a settimana presso il centro emodialisi dell’ospedale Vietri di Larino, uno dei pochi reparti per fortuna ancora in vita, rischiando al pari del personale sanitario il contagio da coronavirus.
A differenza di quest’ultima categoria, che giustamente ha ricevuto la somministrazione del vaccino, noi malati a rischio ancora conosciamo quando riceveremo il necessario vaccino. Sono altresì un docente e nella nostra regione nemmeno questa categoria ha iniziato l’iter di vaccinazioni mentre nelle altre regioni questo è accaduto e si sta procedendo seppur con diverse problematiche alla vaccinazione.
Una regione così piccola potrebbe vaccinare tutti in una settimana. Invece assistiamo giornalmente a sciagure decisionali, a teatrini imbarazzanti, a indecisioni per questo o quell’altro interesse che purtroppo portano alla perdita di vite umane. A chi attribuire le responsabilità?
Questa politica, così come questo agire è di una tristezza infinita. Negli anni, mi sono speso e impegnato per il bene e per la valorizzazione culturale e sociale della mia Regione ma, in questi ultimi mesi, sperimentando la qualità del sistema sanitario rimango affranto dal suo funzionamento che risulta inefficace ed inefficiente.
Basta giocare con la vita delle persone, è tempo di responsabilità, di progettualità e di agire. Non possiamo aspettare ancora, non possiamo essere sempre il fanalino di coda dell’Italia.
Oggi la sufficienza, l’immobilismo non pagano. Un accorato appello ad agire in fretta per tutelare e salvaguardare il bene più prezioso che è la vita”.
Un appello che noi di Viaggionelmolise.it facciamo nostro.
NdF