LARINO. “Grazie politici tutti. È un disastro tutto. Andare a lavoro è diventato come andare in guerra. Una guerra senza armi, in cui ti senti impotente perché questo maledetto virus è imprevedibile. Tornare a casa è ancora peggio perché hai paura di poter contagiare i tuoi. Devo dire a mio figlio di 2 anni di non abbracciare la mamma quando torna a casa perché é pericoloso. Capite. È PERICOLOSO ABBRACCIARE LA PROPRIA MADRE.
Noi infermieri (parlo di quelli che stanno lottando per questa pandemia) siamo allo stremo assoluto”.
Quello, che abbiamo riportato sopra è lo sfogo di Maria (naturalmente il nome è di fantasia) giovane infermiera professionale impegnata quotidianamente con i colleghi presso una delle unità operative più drammaticamente interessate in queste settimane dall’emergenza Covid.
Una giovane professionista, moglie e madre di un bambino di soli due anni che in poche righe ha voluto descrivere la drammaticità che si vive in un reparto d’emergenza dove non c’è mattina o notte, ma solo pazienti che stanno male, che hanno bisogno di assistenza, giovani ed anziani che purtroppo muoiono a causa delle complicazioni di questo maledetto virus.
Ironicamente Maria ringrazia i politici, un’ironia velata ma profonda per descrive il suo lavoro che è diventato come un campo di guerra dove si è senza armi contro un nemico invisibile che ti annienta con la sua imprevedibilità.
Un lavoro che Maria ha scelto con il cuore, prima ancora che per realizzarsi professionalmente. Sì, perché per lei come per tante colleghe e colleghi, la professione di infermiere è una missione che non conosce sfumature ma è la molla che ti fa scattare sapendo che davvero puoi essere prossimo di coloro che stanno soffrendo, puoi essere d’aiuto a quanti oggi hanno fame d’aria e sono soli in una corsia, in una zona grigia, in un reparto diventato troppo piccolo per il numero di pazienti che vi si recano, o meglio, sono condotti lì.
Maria è anche una madre e una moglie che deve poter tornare a casa dai suoi cari ed ha paura perchè, come scrive, dover dire ad un figlio non abbracciare mamma ti spezza il cuore. Ma lei lo deve fare proprio perchè il suo cuore di mamma deve proteggere la sua creatura. Il suo cuore di moglie deve proteggere il suo compagno.
Sì perchè questo virus che ci ha tolto la socialità, gli abbracci, le strette di mano ti costringe e costringe Maria spesso alla solitudine, all’uso dei dispositivi in ogni istante della sua giornata. Lei lo fa per proteggersi durante le ore in corsia, lei lo fa per proteggere i suoi cari quando è a casa, magari dopo una notte, come quella appena trascorsa, dove sono stati decine i ricoveri in ospedale.
Abbiamo raccolto il suo sfogo, ma sappiamo che quello di Maria non è il solo. A Maria, e ai suoi colleghi, ai medici e al personale sanitario che ogni giorno combatte in prima linea questa assurda guerra contro il virus, vogliamo dire grazie.
Vogliamo far sentire la voce di quanti hanno fiducia nel loro lavoro, di quanti li hanno definiti eroi, e lo sono, lo siete, Maria, realmente.
Nicola De Francesco