SAN MARTINO IN PENSILIS. Una foto che vale molto più di tante parole. Un pollice alzato al cielo come segno di una vittoria che sta per prendere forma, immortalato in una foto, scattata insieme ai suo angeli custodi.
Angeli, vestiti come in una guerra ma, dietro quelle tute, uomini e donne, medici, infermieri e personale Oss impegnato tutti i giorni per dare speranza a chi sta combattendo questa battaglia, anche di solitudine, contro il virus.
Un virus che è ancora presente nel corpo di Carolina, la protagonista di questa storia che vogliamo raccontarvi perchè se è vero che la sanità molisana sta attraversando un momento tra i più difficili, è altrettanto vero che proprio grazie a quelli uomini e a quelle donne, proprio grazie al personale sanitario impegnato 24 ore al giorno, Carolina e tante altre persone, come lei, possono tornare nelle proprie abitazioni per completare il percorso di riabilitazione, possono affrontare con rinnovato vigore l’ultimo tratto per rivedere la luce, il superamento della malattia.
Carolina dopo dieci giorni di ricovero al Cardarelli, due giorni fa è tornata a casa, nella sua San Martino in Pensilis. Non ha ancora sconfitto il Covid, ma, lei forte di natura, sa che le terapie che le hanno praticato a Campobasso hanno fatto effetto, hanno aggredito il virus che sta fuggendo in ritirata dal suo corpo.
“Non so come o dove abbia contratto il virus, quello che posso dirvi è che mi sono sentita male, avevo decimi di febbre, e cominciavo ad avere fame d’aria.
La situazione peggiorava giorno dopo giorno fino a quelle domenica in cui, dopo un primo ricovero al San Timoteo, hanno deciso di trasferirmi nell’unità operativa ‘Anziano Fragile Covid, al secondo piano del Cardarelli.
Il primo giorno ricordo di essere stata da sola in camera, poi nei successivi ho condiviso la mia stanza con altre due signore anziane. La terapia farmacologica insieme alla somministrazione dell’ossigeno che mi è stata praticata mi hanno aiutata a superare il momento critico.
Due giorni fa, sono tornata a casa ma, prima di lasciare il reparto, ho voluto farmi una foto con una parte del personale che ho conosciuto.
Una foto con il pollice alzato al cielo. E con il mio anche quello del personale che mi ha assistito per tutto il tempo del mio ricovero.
Si dicono tante cose delle degenze in malattie infettive, di quelle al secondo come al quinto piano, io posso solo dire un grazie immenso a coloro che davvero come angeli mi hanno curata, assistita, protetta contro questo subdolo virus che ha portato via tanta gente a me cara.
In primis, però, voglio dire grazie al dottor Nicola Rocchia del pronto soccorso di Termoli che viste le mie condizioni di salute ha ritenuto necessario il mio trasferimento al Cardarelli.
Voglio dire grazie al dottor Ricci, al dottor Martella, al dottor Gianetti, al dottor Manna e al dottor Romano.
Esprimere la mia gratitudine agli infermieri Alessia, Erika, Luigi, Antonietta, a tutto il personale sanitario del 2 piano ‘Anziano Fragile – Covid.
Grazie per quanto avete fatto per me. Grazie per quanto ogni giorno fate per curare i pazienti. Non so se siate pochi o tanti, conosco i vostri occhi e posso dirvi che non mi sono mai sentita sola.
Così come soli non lo sono gli altri pazienti ricoverati ancora da voi. Dietro le vostre protezioni, indispensabili per tutelare voi ed i vostri affetti più cari, ho visto gli occhi, o meglio, il cuore di professionisti che amano il loro lavoro.
Professionisti che, anche stremati, non mi hanno mai lesinato un sorriso, una parola, un semplice gesto di vera vicinanza alla sofferenza. Occhi, un cuore, che mi ha parlato più di tante parole vuote. E’ anche grazie a voi che sono tornata a casa. Grazie”.
Nicola De Francesco