TERMOLI. Tredicesime più leggere per i lavoratori molisani che quest’anno hanno usufruito della cassa integrazione guadagni , in particolare per quanti sono stati collocati in cassa integrazione a zero ore». Lo riferisce il segretario territoriale della Uilm, Francesco Guida.
“È quanto emerge da un’analisi condotta dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil che ha simulato gli importi delle tredicesime, su uno stipendio medio del settore privato, dei dipendenti che nel corso del 2020 hanno usufruito della cassa integrazione.
Le ore di CIG con causale COVID19 in Molise da aprile ad ottobre sono state circa 9 milioni e 800 mila, di cui 6 milioni di cig ordinaria, 1 milioni 800 mila per Fondi Solidarietà presso Inps e1 milione 880 mila per cig in deroga. Su uno stipendio lordo di 21.700 euro, mediamente, stando in cassa integrazione la mancata maturazione del rateo della tredicesima ammonta a 139 euro medi pro capite (l’8,3% dell’importo), su un importo lordo della tredicesima pari a 1.670 euro.
Se si analizza un dipendente con due mesi di cassa integrazione a zero ore, ad esempio, nel periodo tra aprile e maggio, la perdita della tredicesima ammonta 278 euro medi (il 16,6% dell’importo).
Un dipendente con quattro mesi di cassa integrazione a zero ore sulla propria tredicesima si vedrà decurtati 556 euro medi (il 33,3% dell’importo); mentre con sei mesi di integrazione salariale a zero ore la decurtazione ammonta a 834 euro medi (il 49,9% del totale). Infine, se un dipendente è stato posto in cassa integrazione da aprile a dicembre, la decurtazione della sua tredicesima ammonterà a 1.503 euro medi (il 90 % del totale).
Nella riforma più complessiva degli ammortizzatori sociali – occorre mettere mani al tema della revisione dei tetti massimi del sussidio della cassa integrazione fissati oggi per legge a 998,18 euro lordi mensili per retribuzioni inferiori o pari a 2.159,48 e a 1.199,72 per retribuzioni superiori a 2.159,48, la loro rivalutazione e la mancata maturazione dei ratei della tredicesima e quattordicesima mensilità.
La rivalutazione dei sussidi dovrebbe essere ancorata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua che, come noto, negli ultimi anni ha registrato indici pressoché pari allo zero”.