LARINO. Oggi noi di Viaggio nel Molise, vi proponiamo la lettura del nuovo contributo dell’artista larinese Adolfo Stinziani che ci porta in viaggio tra due culture diverse ma, infondo, unite da traduzioni, poesia e mitologia.
“In occasione del Concurso Internacional de Poesia della Cogito Editoria 2013, casa editrice diretta da Ivan De Almeida, scrittore e poeta, la larinese Rosanna Lapenna, ha accolto l’invito di collaborare al detto Concorso traducendo le poesie di alcuni candidati poeti larinesi.
Alcuni di loro sono molto noti, come il critico d’arte Antonio Picariello, che ci ha lasciati prematurente, il professor Umberto Cerio, scomparso di recente, e altri poeti emergenti come Adolfo Stinziani, Maddalena Spina, Antonietta Iacobelli e un ragazzo afgano Hussain Khal Rohullah, ospite dello Sprar di Larino,
La collaborazione è iniziata nel 2013 e continua ancora in nome della poesia e dell’amicizia tra popoli di culture molto diverse, ma che per alcuni versi si rifanno all’antica cultura greca.
Oltre la collaborazione con la Cogito Editoria ci sono stati altri contatti tra i due Paesi, in particolare con le traduzioni di Rosanna dei racconti del romanzo “Comunque prima c’era”, del compianto amico Picariello; del “Tomo poetico” di Ivan de Almeida e del libro in poesia e prosa di Carlos Conrado dal titolo “L’aeronauta tra ragione e follia”.
Dai racconti di Picariello si cita: la traduzione eleva i popoli nella comunità universale come un unico pensiero che si muove concentrato e sicuro verso un solo Dio per tutti. E’ nella traduzione dunque il prestigio di tutta l’umanità.
La poesia che Picariello presentò al Concorso fu anche quella vincente dal titolo “La cattedrale sacra”.
Ne riporto alcuni versi significativi: Sono cellule di pietra congiunte. Mio corpo, carne di minerale che cominci a vibrare;
il tuo corpo di madre antica oscilla tra gli interstizi vuoti, avverte il carico dei pieni, stempera il sostegno e la calura con la preghiera solitaria dell’eremita fisso sulla montagna che ti ammira. Madre…..Scorre il nostro vivo cuore urbano tra le contraddizioni e le diastole dell’amore senza fine, ne…e. Il professor Cerio propose una poesia che si riferisce alla mitologia greca, al mito di Orfeo ed Euridice, dal titolo “Altri labirinti”.
Come concorrente, con lo pseudonimo Aminta (per non smentire la comune grecità con la cultura bahiana) nella mia poesia proposta “E’ noite” (E’ sera), cito diversi personaggi mitologici e miti, in particolare il mito delle Esperidi che custodiscono l’albero dai pomi d’oro e concludo, riferendomi all’uomo mortale: E cerchi il prezioso albero, anima fragile: non sei Giove, vuoi essere il bellissimo Apollo questa notte? Forse Orfeo? Riprendi la tua sventurata ninfa e non voltarti indietro. Forse Ercole? Saccheggia lo splendido giardino, cogli i suoi frutti, assapora la conoscenza dei divini segreti, questa notte.
Carlos Conrado nella poesia “Sincronia de pantèoes”, sincretizza gli dei della religione dei Cantomblè con gli dei greci. Così recita un verso:
Possa il fuoco di Prometeo accendere la spada di Xangò, per bruciare le vostre ansie e tagliuzzare i sogni di Morfeo, al fine di distribuirli all’umanità.
Di Picariello, sempre dai suoi racconti (Creoli) si riporta un brano che ci proietta in una dimensione nuova ed alternativa dell’anima e del corpo: Facce intense piene di storia. Qualcuna ha la pelle bianca ritoccata di lentiggini. Le donne hanno i capelli crespi, gli occhi grandi che mi fissano come lanterne spaurite. C’è molto silenzio e quando attacco a parlare tutti calano il capo come se fossero davanti all’imponenza di un santo. Nella vita può anche capitare di trovarsi a predicare in una grotta scolpita con figure di arenaria e dire ad una torma di gente seduta , composta, sulle pietre che spuntano a caso dal suolo sabbioso, che il mondo sta peggiorando e che gli uomini fanno del loro meglio per distruggerlo….Quando pronuncio “Dio è in noi e noi siamo Dio, perché Dio vuole che noi ci amiamo l’un l’altro”, un gruppo di ascoltatori si alza e si riversa nella danza. Le donne più anziane fanno ruotare il capo prima lentamente poi con maggiore velocità. Lanciano il corpo con una movenza che richiama l’immagine dell’epilessia che coinvolge tutto il gruppo e la grotta si satura di canti e movimenti muscolari. I tamburi diventano sempre più accelerati nel ritmo fino a che si bloccano di colpo e avviene uno stato di totale silenzio trascinato dall’eco delle parole e dei suoni. Una donna emette un rantolo secco e macabro, e tra la bava che le esce dalla bocca comincia a parlare in una lingua che non comprendo.
La cultura bahiana è molto influenzata da quella africana nell’arte culinaria e nella capoeira, il termine, in lingua bantu, significa “danza dei negri”, veniva praticata dai neoliberti per difendere i loro diritti religiosi.
Ma in Africa questa tradizione risale al combattimento senza armi di due contendenti per la conquista della donna amata. In tempi recenti la capoeira, che è un’arte marziale, è stata elevata a sport nazionale brasiliano, a testimonianza dell’antichissima tradizione africana poi accolta in Brasile.
E’ una sorta di lotta-danza in cui emerge l’abilità dei corpi che si muovono atleticamente, accompagnati da una musica tribale suonata con vari strumenti abbastanza noti e uno tradizionale e unico, il berimbau.
Esso ricorda un arco, è l’arcaico cordofono di origine africana, diffusosi in Brasile in seguito all’importazione degli schiavi durante il colonialismo.
Caetano Veloso è tra i massimi cantautori brasiliani, la “coscienza” della musica popolare brasileira, tra le sua canzoni “Onde o rio è mais baiano” (Dove Rio è più Baiano), di cui riporto alcune strofe: Perché il mito è nato in questo modo/ e adesso siamo qui/ dall’altra parte dello specchio/ con il cuore in mano/ ogni anno, ogni anno/ alla festa di Iemanjà. .(Iemanjà è la protettrice dei naviganti).
Anche la religione dei Cantomblè ha origini africane, è una religione animista legata alla Natura e ai suoi quattro elementi: fuoco, aria, acqua , terra. A San Salvador de Bahia alcuni degli dei dei Cantomblè sono sincretizzati con i santi cristiani, ad esempio Iansà è la nostra Santa Barbara, Oxalà è Gesù Cristo.
Per quanto riguarda l’arte, Bahia ha un artista molto noto a livello internazionale e celebrato anche a New York. Ed Ribeiro, alias Edmilton Ribeiro, nelle sue creazioni platiche e nei toni incarna la vera anima afro-bahiana, il suo colore e la saudade, è stato anche definito il pittore degli orixas, gli spiriti ancestrali brasiliani che sono l’espressione delle forze della natura, dei suoi quattro elementi.
L’ architettura bahiana, prettamente in stile coloniale è unica nei suoi vari e innumerevoli colori, tipico è il quartiere del Pelourinho a San Salvador de Bahia.
Lo scrittore Jorge Amado descrive minuziosamente le tradizioni e la cultura bahiana e un altrettanto noto pittore Carybè nelle sue opere dipinge la luce “semplice e magnifica” di questa terra, la tradizione, la cultura sotero-politera.
Adolfo Stinziani