“Il presidente Toma oggi ci ha raccontato un’altra delle sue belle favole e, con toni da giustiziere della notte, ci ha garantito che ‘acciufferà tutti i positivi al virus’.
Ha poi aggiunto che nel caso la pandemia dovesse avere scenari più seri allora si prenderanno provvedimenti.
Nel resto delle regioni italiane non si aspetta il peggio per prendere provvedimenti ma si gioca d’anticipo, ci si organizza, proprio per EVITARE che la situazione diventi seria e quindi incontrollabile.
Ma come ben sappiamo la realtà in Molise è ben diversa e non è quella che ci somministra il presidente Toma bensì quella che emerge dalle parole di una persona che mi ha scritto e che voglio condividere con voi, rispettando il suo desiderio di restare anonima e la sua volontà di raccontare cosa succede in Molise a chi si ammala o teme di essere ammalato di Covid.
“Ciao Vittorio,
Ora che tutto si è risolto, vorrei raccontarti la mia esperienza perché sono sempre più convinta che è necessario in basso molise un centro Covid.
Io per alcuni giorni ho avuto dei sintomi. Purtroppo potevo interloquire solo con i medici dell USCA (che sono dei giovani dottori, tra i 30 ed i 40 anni, che hanno risposto a dei bandi pur di lavorare).
Loro, disponibilissimi, purtroppo potevano fare solo assistenza telefonica e nient’altro. Quindi, avendo la sottoscritta delle proprie patologie, ero alquanto preoccupata ed ho chiamato il 118.
Ma il 118 non viene da Termoli (perché non è centro Covid) ma da CB e viene solo “se sei da intubare”…questa la risposta.
Perché per fare degli esami di controllo a loro non conviene allestire un auto per venirti a prendere…pertanto mi sono dovuta rivolgere al primario di pneumologia del Gemelli di Roma che mi segue da 10 anni per le mie patologie, che mi ha spiegato tutto l’iter da fare.
Comprese delle prove in casa per controllare l’ossigenazione.
Dunque richiamo il 118 spiegando ciò che mi aveva indicato il medico che mi segue da anni, e mi rispondono che se dovevano venirmi a prendere per fare degli esami di controllo, per prima cosa dovevo trovarmi il “passaggio” per il ritorno perché loro sarebbero venuti ma non mi avrebbero potuto riportare.
E come avrei fatto considerato che io ero positiva?
Nessun familiare, amico o altro mi sarebbe potuto venire a prendere nè tantomeno io avrei messo a rischio la loro salute.
Di conseguenza ho dovuto rinunciare, a rischio della mia salute, a sottopormi a degli esami di controllo per capire cosa mi stesse accadendo.
Ma considerata la mia caparbietà e il mio stato d’ansia che aumentava per le conseguenze eventuali del mio stato di salute, ho insistito di nuovo con i medici USCA che tutti i giorni rischiano davvero tanto. Anche perché capendo la situazione si sono messi a disposizione nonostante i protocolli non glielo consentivano e sono venuti a farmi visita domiciliare.
Questa è la situazione attuale in Basso Molise…se sei un malato Covid sei un appestato anche per la Sanità.
Quindi è fondamentale avere un centro Covid a Larino. Ed è importante anche per avere il risultato dei tamponi in tempi rapidi perché io ho aspettato anche quattro giorni per avere l’esito.”
Vittorino Facciolla