LARINO. Primo consiglio comunale aperto al pubblico finalmente dopo le restrizioni imposte dal Covid. Nella sala consiliare al quarto piano del Palazzo Ducale, nel rispetto del distanziamento, c’erano diversi cittadini giunti per assistere personalmente ai lavori dell’assise civica presieduta dal vice presidente Graziella Vizzarri, e resa possibile dalla presenza della dottoressa Annalisa Colalillo stante l’assenza del segretario comunale.
I lavori consiliari sono stati aperti dalle comunicazioni del sindaco Pino Puchetti che ha presentato al consiglio la nuova giunta. Dopo aver ricordato i due nuovi ingressi, quello di Antonio Vesce (nominato anche vice sindaco) e di Angela Vitiello, il primo cittadino ha riferito in aula dell’accordo raggiunto con la Soprintendenza per la riapertura dell’area archeologica dell’anfiteatro e di villa Zappone anche grazie ai ragazzi del servizio civile, ma anche dell’ampia disponibilità dimostrata dalla soprintendente Catalano riguardo la valorizzazione dell’area e il suo impegno a reperire personale per consentire la fruizione quotidiana dell’intero sito archeologico.
Riguardo poi villa Zappone, Puchetti ha aggiunto che nell’ambito di un accordo di programma quadro con la Regione sono stati stanziati 480 mila euro che sono rimasti in stand by per l’impossibilità della stessa Soprintendenza a reperire un architetto che si occupi della progettazione dei lavori che consentiranno la fruibilità della villa. Lo stesso sindaco ha assicurato che l’amministrazione collaborerà con la Soprintendenza per cercare di addivenire in tempi rapidi all’individuazione del tecnico abilitato.
Ultima comunicazione, quella inerente la possibilità di inserire all’ordine del giorno un ottavo punto relativo alla richiesta di parere avanzata dalla Regione in merito alla possibilità di costruire un impianto fotovoltaico alle Piane di Larino.
“Un progetto che ha già ricevuto il no da parte del responsabile comunale e che portato in consiglio – ha aggiunto Puchetti – acquisterebbe maggior forza in quanto espressione dell’intera assise civica”.
Il consigliere Vito Di Maria a questo punto ha chiesto dei minuti di sospensione per leggere i documenti relativi all’impianto. Sospensione concessa. Ma prima, la cronaca ha registrato il primo intervento del consigliere di minoranza Franco Rainone che ha voluto sottolineare come Larino, ed il riferimento è andato al sito archeologico, non può essere trattata come l’ultima delle città, non può più essere depauperata delle sue ricchezze, “non può esistere un museo sannita a Campobasso quando la stessa Campobasso all’epoca non esisteva neanche. Dobbiamo difendere il nostro territorio”. L’assessore alla cultura Civitella ha ricordato il lavoro svolto in questi due anni, i tanti incontri avuti con la Soprintendenza che hanno portato alla riapertura del sito ribadendo che la via migliore per ottenere qualcosa è la diplomazia.
Fatta la pausa, il consiglio all’unanimità ha deciso di inserire il nuovo punto all’ordine del giorno così come proposto dal sindaco, il tutto mentre in aula prendeva posto anche il sindaco di Montorio nei Frentani chiamato a Larino per illustrare l’argomento relativo alla proposta di avviare le procedure necessarie all’intitolazione del Tribunale alla figura del noto giurista e Ministro Francesco Magliano.
Procedendo con ordine, l’ottima vice presidente Vizzarri ha avviato i lavori con il voto a scrutinio segreto del nuovo presidente. Com’era pronosticabile la maggioranza ha votato compatta per la dottoressa Iolanda Giusti, mentre la minoranza per l’ingegnere Pardo Antonio Mezzapelle. Eletta la Giusti che, come da prassi, ha lasciato il posto da consigliere per sedersi sulla poltrona di presidente, nel frattempo, lasciata proprio dalla Vizzarri.
E così mentre il nuovo presidente, ricevuti i complimenti dell’aula, pronunciava l’augurio di operare con terzietà e nel rispetto delle regole, subito dopo il consiglio, come dire, si è animato quando i consiglieri sono stati chiamati a discutere dell’interpellanza presentata dal gruppo di minoranza sui lavori alla scuola Rosano.
Il consigliere Vito Di Maria ha chiesto lumi alla maggioranza sul fermo dei lavori.
E’ toccato all’assessore Giuseppe Bonomolo rispondere. Quest’ultimo ha spiegato che ci sono stati dei lavori imprevisti che hanno comportato una variazione in corso d’opera e che comunque i lavori sono stati sospesi solo per venti giorni. Lavori che da programma dovranno essere ultimati entro marzo 2021. “Interventi sui plinti che l’ingegnere Mezzapelle potrà spiegare a tutto il consiglio – ha aggiunto Bonomolo”. Anche il vice sindaco Antonio Vesce, anche come dirigente scolastico, ha parlato di lavori imprevisti e imprevedibili che ‘costringeranno’ la scuola ad utilizzare i prefabbricati donati dalla Caritas a gennaio 2003 per l’avvio dell’anno scolastico almeno per sei aule.
La discussione si è infiammata con l’intervento del pur pacifico consigliere Mezzapelle che ha definito “un vero e proprio pasticcio l’iter procedurale seguito per i lavori. Sono partiti il 1 giugno, ma il contratto è stato firmato quasi dopo due mesi. Avrebbero sì potuto iniziare prima ma, nessuna urgenza è stata segnalata dal rup tale da giustificare un inizio anticipato”. Mostrando poi un comunicato dell’amministrazione in cui la stessa aveva scritto ‘stando al crono programma dei lavori gli stessi dovrebbero terminare per la riapertura del nuovo anno scolastico’ ha definito falsa tale comunicazione. “Sono un tecnico anche io ma non possiamo credere che per guadagnare 50-100 mila euro di progettazione ci si possa comportare in questo modo”.
Per Vito Di Maria la ‘partita’ della Rosano è iniziata male e finirà peggio. “Sui lavori c’è poca trasparenza. I lavori sono iniziati senza l’autorizzazione sismica, sono stati fermati e non sono mai stati ripresi. Avete messo a rischio l’unico edificio scolastico sicuro, l’unica scuola antisismica che Larino aveva. Gli alunni rischiano di stare a lungo nei prefabbricati”.
Energico, per certi versi cruento, il nuovo intervento del consigliere Rainone che si è scagliato contro l’assessore Bonomolo affermando “Ha raggiunto i limiti. Lei è tenuto ad andare dai progettisti e venire in aula a rispondere alle nostre domande. Non è un gioco fare l’assessore. Lei del problema non si è interessato. C’è o non c’è l’autorizzazione sismica? Sono stanco di venire a perdere tempo, lei doveva portare stasera l’autorizzazione”.
Bonomolo di contro ha affermato “a Lei (rivolto a Rainone) piace fare scena.Darò risposte al prossimo consiglio”.
Certo questo botta e risposta poteva essere evitato, almeno di fronte all’ospite presente in sala, ossia il sindaco di Montorio Nino Ponte. Sarebbe stato sufficiente votare l’inversione dell’ordine del giorno e discutere prima il punto relativo alla volontà di intitolare al Magliano il tribunale. Ma tant’è!
Giunti alla discussione, il neo presidente Giusti ha ceduto la parola al sindaco che ha ricordato come Ponte l’avesse contattato all’indomani della sua elezione per avviare l’iter dell’intitolazione. “Quello di Larino è uno dei pochi tribunali a non essere intitolato a nessuno. Come comunità dobbiamo manifestare la nostra volontà di intitolarlo al Magliano, illustre giurista e Ministro di Giustizia e di Culto nell’800′. Avevo invitato questa sera il presidente del Tribunale, il Procuratore della Repubblica e il Presidente dell’ordine degli avvocati. Pur non essendo presenti hanno garantito il loro appoggio all’iniziativa che per andare in porto dovrà seguire una strada ben individuata. Una volta deliberata l’intenzione consiliare invieremo la delibera al Presidente del Tribunale per il suo nulla osta, quest’ultimo la invierà al presidente della Corte di Appello e così passando per il Consiglio superiore della Magistratura dovrà arrivare al Ministro per l’approvazione finale”.
Nino Ponte dal canto suo ha ricordato l’importanza dell’intitolazione del tribunale per la sua stessa sopravvivenza. “Quello di Larino – ha affermato – è un tribunale assediato perché anche senza nome. Dargli un nome è un passo in avanti per la sua tutela, per la difesa di un intero territorio. Sappiatene approfittare”.
Proposta votata poi con il voto unanime dei consiglieri. Dunque avviato l’iter di intitolazione del tribunale, un iter che potrebbe concludersi per fine anno.
Riguardo poi agli altri punti all’ordine del giorno, quelli sul bilancio sono stati approvati dalla sola maggioranza naturalmente mentre il consiglio ha ritrovato l’unanimità sugli ultimi due punti all’ordine del giorno, esprimendo un secco no politico alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico alle Piane di Larino.
Ci piace sottolineare che all’interno delle variazioni di bilancio approvate ci sia anche quella relativa alla costruzione di una tenso struttura da realizzare all’interno del polo fieristico che sarà concessa ai ragazzi, ai maestri cartapestai del carnevale larinese che attendono tale struttura da decenni.