ROMA. Nel corso delle comunicazioni al Senato, il premier Giuseppe Conte, dopo aver spiegato tecnicamente cosa sia lo stato di emergenza e quali poteri sono ad esso connessi, ha comunicato che il Governo si appresta a prorogare al 15 ottobre lo stato di emergenza legato alla pandemia da Coronavirus.
Conte ha ricordato in aula anche i tanti decreti emergenziali emanati nel corso degli anni. E come gli stessi abbiano richiesto proroghe proprio per la gestione conseguente alle ordinanze emanate.
“Se oggi non prorogassimo lo stato di emergenza – ha detto Conte – verrebbero meno tutti gli effetti delle Ordinanze emanate in questi mesi dallo scorso 31 gennaio. Verrebbero meno tutte quelle misure varate per far fronte ai ricoveri, ai trasferimenti dei pazienti, all’utilizzo di mezzi e di personale. Decadrebbero i poteri straordinari dei vari soggetti attuatori. Dai presidenti delle Regioni al Comitato tecnico scientifico. Verrebbe, naturalmente, meno anche il potere del commissario straordinario che continua quotidianamente il suo lavoro e che senza proroga non potrebbe più operare. E penso oggi all’acquisto degli arredi per garantire a settembre l’inizio del nuovo anno scolastico”.
Conte ha ricordato come il virus non sia scomparso. In Italia esistono ancora piccoli focolai, e preoccupa la situazione degli altri Stati anche quelli vicini dove i casi non sono diminuiti.
“Perseguiamo l’obiettivo di favorire il ritorno alla normalità in favore di quanti subiscono ancora gli effetti della pandemia. Non vogliamo alimentare paure nella popolazione. La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è lesiva per l’Italia, anzi è vero il contrario, garantiamo un Paese sicuro, come del resto gli altri Stati ci stanno riconoscendo”.