CAMPOBASSO. Nuovi contagi d’importazione in Molise. Questa volta, dopo il focolaio scoppiato nei giorni scorsi a Campobasso e relativo a due famiglie venezuelane giunte in Molise provenienti dalla Serbia, i nuovi contagiati sono 3 cittadini kosovari residenti a Pesche.
Anche per loro, la domanda sorge spontanea. Come hanno fatto a rientrare in Italia? O meglio quali controlli hanno superato per escludere che avessero contratto il Covid-19, dato l’obbligo della quarantena obbligatoria?
A differenza dei cittadini venezuelani, tutti pauca sintomatici, per uno dei tre kosovari si è reso necessario anche il ricovero presso il reparto di malattie infettive del Cardarelli, ricordiamo fino a ieri covid free.
Come di consueto, l’Asrem ha avviato le indagini epidemiologiche per capire come si sono mossi i tre kosovari in questi giorni dal loro rientro in Molise e i contatti avuti con la cittadinanza di Pesche.
Sembrava tutto finito? L’abbiamo detto, e lo ripetono gli esperti, il virus, forse fa meno male, ma è presente, non è scomparso. L’attenzione deve restare altissima, ma soprattutto la gente deve utilizzare i dispositivi di protezione personale e praticare il distanziamento.
E per chi rientra in Italia, ed in Molise, è assolutamente necessario, anzi obbligatorio, denunciarsi alle competenti autorità e mettersi in quarantena.
Sulla questione è intervenuta l’onorevole Annaelsa Tartaglione, membro della Commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati. “Gli ultimi dati parlano sin troppo chiaro, da Nord a Sud i nuovi focolai registrati dipendono quasi tutti da contagi cosiddetti di importazione e provenienti dall’estero.
Servono misure assolutamente più restrittive di quelle assunte fino adesso e non limitate solo ad alcuni paesi, così come serve maggior controllo sui sistemi di accoglienza dei migranti, anche alla luce degli ultimi preoccupanti eventi di cronaca che parlano di quarantene violate e soggetti positivi in fuga e non più rintracciabili”. “Pure nella mia regione – aggiunge la parlamentare, che è anche coordinatrice degli azzurri in Molise – l’unico cluster di Covid19 esistente ha origini straniere, casi (per fortuna tutti asintomatici) che hanno bruscamente interrotto un periodo molto favorevole in quella che è stata considerata da molti un’isola felice. L’allarme comunque è nazionale ed è stato lanciato dagli stessi virologi e dai sindaci, che vivono a stretto contatto con i territori.”
Attualmente in Molise ci sono 22 casi positivi dopo tanti giorni a zero contagi.