CAMPOBASSO. Nel dibattito relativo alla problematica connessa al trasferimento alla Puglia dell’acqua molisana dell’invaso del Liscione, registriamo oggi la posizione del consigliere regionale Vittorino Facciolla, che spiegando i termini reali della vicenda lancia anche un messaggio chiaro: non bisogna perdere questa opportunità economica sempre e solo nella tutela del Molise e dei molisani.
Facciolla scrive “perché bisognerebbe dare l’acqua alla Puglia se noi molisani non ne abbiamo a sufficienza?
E’ questo il commento che sentiamo fare sempre più spesso in questi giorni quando molti trattano questo argomento.
Ma è il caso di capire meglio cosa sta accadendo.
Nelle ultime settimane si sta lavorando all’accordo: le regioni Molise e Puglia stanno definendo un contratto che consentirà al Molise di cedere le eccedenze d’acqua dell’invaso del Liscione alla regione Puglia.
Questo significa che quando tutto il nostro territorio avrà soddisfatto il suo fabbisogno d’acqua cederà quella in eccesso alla Puglia.
Sì, perché è di eccedenze che si parla: sono stati stimati circa 200 milioni di metri cubi d’acqua che verrebbero ‘venduti’ alla Puglia ad un prezzo che va dagli 8 agli 11 centesimi per metro cubo.
Un indennizzo che porterebbe al Molise circa 20 milioni di euro all’anno.
Va detto che la solidarietà tra regioni per il bene acqua è obbligatoria per legge.
Altro punto importantissimo e che nessuno fino ad oggi ha adeguatamente considerato, è che la cessione delle eccedenze dell’acqua del Molise alla Puglia è strettamente connessa al progetto (di ormai prossima conclusione progettuale) che consente l’interconnessione tra la diga del Liscione e la diga di Finocchito (che serve l’area della Capitanata).
E’ un progetto molto datato che in un primo tempo è stato finanziato tramite Agensud, adesso invece è attuato direttamente attraverso il Servizio Idrico del Ministero dei Lavori Pubblici.
Ma è anche il caso di dire che tale progetto è strettamente collegato ad altro, quello della legge obiettivo, fino ad oggi attuato al 60% dei lavori che, con la messa a disposizione di 75milioni di euro, ha predisposto le condotte idriche in Basso Molise, sui terreni in gestione al consorzio di bonifica di Larino, per servire 1750 ettari.
Adesso si entra nella fase due, nel secondo step dei lavori, quelli che faranno in modo che l’acqua in eccedenza della Diga del Liscione possa defluire verso la Capitanata.
Ecco perché la verità è che, da un lato esiste un obbligo morale di aiutare una regione in difficoltà quale la Puglia (che a sua volta, nel caso il Molise avesse carenza d’acqua in virtù dell’accordo di interconnessione verrebbe in nostro aiuto), dall’altro questo accordo costituisce per noi e per i nostri paesi del Basso Molise una grande opportunità economica, non solo per l’indennizzo che ne deriverebbe ma anche per il risparmio che ogni agricoltore avrebbe sul costo dell’acqua.
Negli accordi che in questi giorni si stanno discutendo tra le due regioni, si prevede che degli 8 centesimi pagati dalla Puglia al Molise, 1,6 centesimi per metro cubo andrebbero a Molise Acque e 1,4 centesimi per metro cubo andrebbero al Consorzio di Bonifica di Larino.
Questo significherebbe circa 300mila euro all’anno per il Consorzio di Larino e un netto risparmio sui costi dell’acqua per i tanti imprenditori agricoli che attualmente rischiano di pagare 600 euro ad ettaro mentre grazie a quell’indennizzo pagherebbero l’acqua solo 250 euro ad ettaro.
Il momento degli accordi è questo. Possiamo permetterci di porre un veto a priori su un accordo (un progetto da 100 milioni di euro) che in questo momento storico rappresenta un’opportunità di guadagno per la nostra regione? Io direi di no, io direi che questo è il momento di pensare al futuro, di non commettere gli errori già fatti in passato per poi doverci ritrovare, per obbligo di legge, a dover cedere la nostra acqua senza avere neanche il beneficio dei costi di ristoro.
E’ questo il momento di cogliere le opportunità, sempre e solo nella tutela del Molise e dei molisani.