LARINO. “La nostra lotta è mirata all’ottenimento dell’efficienza degli ospedali pubblici, lottiamo perché qui a Larino come ad Agnone, Venafro, Isernia, Campobasso e Termoli vi siano delle strutture sanitarie pubbliche che diano risposte concrete alla popolazione. Il Covid ha bloccato tutto. Hanno messo i piedi in faccia alla dignità delle persone. Hanno allungato le liste d’attesa, hanno costretto i malati a rinunciare alle cure. Questo non è più concepibile. Non facciamo proclami, la nostra protesta che, culminerà nella manifestazione del 23 giugno, parte da dati concreti, da un progetto messo nero su bianco per ridare dignità agli ospedali molisani, per ridare il ruolo che li compete come strutture pubbliche.
Potrebbe essere riassunta così l’iniziativa messa in campo, questa mattina, dinanzi al Vietri di Larino, dai comitati facenti capo a Dilma Baldassarre e Andrea Di Paolo (Soa), Emilio Izzo (IN seno al problema) ed Enrica Sciullo (Il cittadino c’è).
Comitati che sono tornati a far sentire la loro voce, quella dei cittadini che si battono per la sanità pubblica e non quella che favorisce solo i privati.
Nel corso della conferenza stampa, non sono state risparmiate critiche al governo regionale e alla direzione dell’azienda sanitaria regionale, sono stati affrontati vari temi relativi alla gestione dell’emergenza Covid, ma come detto, gli esponenti dei comitati hanno rimarcato la necessità di avere strutture pubbliche che funzionino e funzionino tutte per il bene dei cittadini molisani perché sembra davvero che con il Covid tutto sia stato dimenticato.
E’ toccato a Dilma Baldassarre introdurre i tre obiettivi che stanno a cuore ai comitati. “Abbiamo messo nero su bianco – ha riferito – il progetto per il Vietri, abbiamo quantificato la possibile spesa per gestire un ospedale regionale specializzato in malattie infettive. Abbiamo pensato che lo stesso debba essere messo in tutoraggio con lo Spallanzani e farlo in seguito diventare con gli accordi con le Università, un centro di ricerca o Irccs pubblico, in cui si possa effettuare la cura integrale medico chirurgica e materno infantile del paziente infettivo”.
“Con 10 milioni di euro – stando al progetto dei comitati – il centro Covid potrebbe trovare compimento ma occorrono decisioni coraggiose ed un riassetto della spesa sanitaria che “farà male a coloro che lucrano con i pazienti extra regionali”. Tutta la documentazione è stata inviata al commissario ad acta Angelo Giustini, ai consiglieri regionali e al sindaco Puchetti.
Ad Emilio Izzo poi il compito di specificare insieme a Andrea Di Paolo e Enrica Sciullo gli altri obiettivi della protesta.
“Noi siamo partiti con questa lotta unitaria, con due idee, la prima quella di portare l’iniziativa a Roma per chiedere l’azzeramento del debito e l’apertura di un tavolo permanente. E ci siamo riusciti. L’altra è la protesta dinanzi al consiglio regionale stoppata per il Covid. I molisani devono capire che la nostra lotta è mirata all’ottenimento degli ospedali efficienti tutti in Molise. Non vorrei che quanto accaduto in questi ultimi tempi, un po per giochi politici e per il Covid, faccia spostare l’attenzione su altro. Noi lottiamo per la sanità pubblica, per avere quello che ci serve quotidianamente perché se di coronavirus non si muore più, o si muore un poco, si muore di tutto il resto”.
I quattro esponenti hanno ricordato quanto accaduto proprio negli ultimi tre mesi caratterizzati dalla pandemia e di come la gente si è vista costretta in molti casi a ricorrere ai privati per ricevere le cure di cui avevano bisogno perché gli ospedali pubblici erano ‘impraticabili’.
Hanno ricordato che la loro iniziativa del 23 giugno è focalizzata a chiedere la riapertura di tutti gli ospedali molisani con tutto quello che serve per farli funzionare.
“Porteremo i molisani – hanno affermato – dinanzi al consiglio regionale per chiedere la riapertura di tutti gli ospedali pubblici molisani ed inviteremo i politici a rassegnare le dimissioni, perché hanno fallito rispetto al mandato ricevuto, quello di mantenere le strutture pubbliche”.
Per gli esponenti dei Comitati il Covid è solo il terzo tassello della loro protesta, non tocca a loro scegliere quale ospedale destinare a Covid ma per Di Paolo “calamitare l’attenzione sul Vietri è simbolico, in quanto nel piano sanitario attuale il Vietri è chiuso. Servono proteste pesanti ma anche proposte pesanti perché bisogna ridare dignità alle persone a Larino come ad Agnone, all’intera popolazione molisana”.