CAMPOBASSO. Molise, quale sanità? Il governatore Donato Toma ha spiegato, in videoconferenza stamani, la sua idea di riorganizzazione delle rete ospedaliera molisana, il suo piano di istituire in Regione ospedali Dea di I e II livello.
E sul Vietri? L’idea che sta perseguendo è quella di trasformare l’attuale casa della salute di Larino in un centro polifunzionale pubblico per la riabilitazione ospedaliera intensiva, estensiva e day hospital di terzo livello. Ma procediamo con ordine.
La videoconferenza voluta dallo stesso presidente è stata l’occasione per aggiornare la popolazione su quanto fatto in questi mesi di lockdown e su ciò che si potrà fare per il potenziamento dell’intera rete ospedaliera molisana. “Un piano che – stando alle sue dichiarazioni – potrebbe contare su circa 9 milioni di euro anche se naturalmente “non avendo poteri programmatori sulla sanità della regione (la Regione è da anni commissariata n.d.r.) – ha detto Toma – voglio che la popolazione conosca il mio pensiero”. Proprio in materia di commissariamento il presidente ha aggiunto che “c’è la necessità di rivedere l’istituto del commissariamento rendendolo attuabile solo in casi di estrema necessità. Questo doveva essere fatto prima, ma l’emergenza Covid ha di fatto allungato i tempi”. Il Molise chiede il superamento del commissariamento, anche in virtù della buona prova data dalla regione durante questa emergenza, segno di una sanità che ha funzionato. Nei tavoli che contano veniamo considerati virtuosi e questo ci aiuta a rafforzare la nostra richiesta di far tornare la programmazione sanitaria nelle mani della Regione”. Toma ha ricordato come “la sanità abbia tenuto con i suoi mezzi, le sue ordinanze, tipo quella per le quarantene per chi veniva dal Nord già dal 9 marzo o le zone rosse che hanno salvato migliaia di cittadini”.
E per il futuro ecco cosa il governatore ha intenzione di realizzare per la sanità molisana.
“Visto l’ottimo lavoro fin qui svolto – ha aggiunto – il Molise è pronto anche a gestire un’eventuale nuova ondata Covid. La nostra rete ospedaliera dovrà prevedere un Dea di II livello. Il Molise è l’unica regione a non averlo, ciò permetterebbe al Cardarelli di avere specializzazioni che lo renderebbero ancora di più efficiente e di qualità”. Proprio al Cardarelli il governatore prevede la creazione di un padiglione autonomo, con possibilità di sopraelevazione, che sorgerebbe nella struttura adiacente al nosocomio, con 14 posti letto di terapia intensiva dedicati all’emergenza Covid-19, con accanto la superficie per l’elisoccorso.
Per gli ospedali di Isernia e Termoli il governatore prevede il loro potenziamento con il passaggio del San Timoteo di Termoli e del Veneziale di Isernia a Dea di I livello “con tutte le specializzazioni che oggi non sono presenti”.
Il Caracciolo di Agnone, nel piano del governatore è destinato a diventare ospedale di area disagiata e che sarà potenziato anche grazie ad un accordo di confine con il vicino Abruzzo. “Significa che il presidio ospedaliero dovrà avere un reparto di 14 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici ed infermieri, una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in day surgery e in week surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina per i casi che non possono essere dimessi in giornata e un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’emergenza ed alle urgenze integrato con la struttura complessa del Dea di I livello di riferimento che resta Isernia, a garanzia del servizio”.
Il presidente ha poi descritto il ruolo che potranno avere le due strutture ospedaliere, oggi dismesse di Larino e di Venafro.
Toma immagina le due strutture come presidi territoriali che accolgano, oltre alle case della salute, anche “un settore in cui è stato lasciato troppo spazio ai privati, ovvero la riabilitazione”. Toma si è detto scettico sulla possibilità che a Larino venga realizzato un centro Covid. “Sono scettico su questa ipotesi – ha affermato – potrebbe significare costruire una cattedrale nel deserto che, con la conclusione dell’emergenza Covid, rimarrebbe un ospedale che duplicherebbe la funzione dell’ospedale di Termoli, aumentando i debiti sanitari già presenti. Larino, considerando che il Molise, dopo la Liguria, ha una popolazione prevalentemente geriatrica e soggetta a malattie croniche, potrebbe divenire il fulcro di un centro polifunzionale pubblico per la riabilitazione ospedaliera intensiva, estensiva e day hospital di terzo livello”.
Riguardo poi ai punti nascita di Termoli ed Isernia il presidente ha affermato “pretenderò il mantenimento dei punti nascita di Termoli ed Isernia. E riguardo al personale carente, dopo aver rimarcato la competenza del Commissario sulla vicenda, ha aggiunto “abbiamo sollevato la necessità di assumere il personale necessario, anche a tempo determinato. I fondi ci sono”.