GUARDIALFIERA. Rinnovato il rito di apertura della prima porta Santa della cristianità. “In questo nostro presente ancora martoriato dal ventre impuro del Coronavirus, la liturgia di oggi, 1 giugno 2020, a Guardialfiera, ha schiuso una breccia di luce che si è irradiata – come ha avuto modo di affermare Vincenzo Di Sabato presidente onorario del Centro Studi Molise 2000 – sulla nostra ostinata voglia di felicità. E, con il perdono perfetto, è tornata perfino la carezza del sole”.
Alla presenza delle autorità cittadine, del sindaco Vincenzo Tozzi, del comandante della compagnia carabinieri di Larino, il tenente colonnello Raffaele Iacuzio, del comandante della locale stazione dell’Arma Tolfa, del parroco don Antonio Antenucci, il vescovo Gianfranco De Luca ha rinnovato il sacro rito di apertura. Una celebrazione sempre suggestiva, vissuta quest’anno nel rispetto delle attuali norme sul distanziamento sociale imposte dalla pandemia.
“Il praticare questi impegni – ha affermato il Vescovo De Luca – diventa scuola di santità, di modestia, di fiducia, di gratitudine a Dio, di carità verso i fratelli e di comunione con tutta la Chiesa. Solo realizzandoli, come faccenda d’amore, si può attraversare fruttuosamente “la Porta del Signore, per la quale entrano i giusti”.
“L’apertura della Porta Santa di Guardialfiera dono al mondo – come ha aggiunto Di Sabato -da parte di Papa Leone IX nell’undicesimo secolo, rinnova anche il rito della indulgenza plenaria a quanti oggi e domani si accosteranno alla Comunione Sacramentale, seppur prima della Confessione. Sono i vincoli, del resto, sanciti da Papa Benedetto XVI il 13 dicembre 2007 e vergati il latino sul “Decretum” mediante il quale legittimando l’immemorabile dono delle Indulgenze di Guardia, il Papa le consolida “in perpetuum valituro”.
Dopo la Messa solenne, causa pandemia, non si è svolta la tradizione processione con le reliquie di San Gaudenzio, il martire protettore di Guardialfiera. Il Vescovo insieme agli altri sacerdorti che hanno partecipato alla sacra funzione sono rimasti nell’antica cattedrale a “riacquistare ed apprezzare gli atti umani, recuperare “il giudizio”, depurare la coscienza, coltivare l’arte dell’incontro”.
“In questo tempo di sofferenza, Sua Eccellenza – come ha aggiunto Di Sabato – ha voluto imprimere alla Festa Patronale di Guardialfiera un carattere invocativo, penitenziale, propiziativo e invocare la liberazione del cuore da ciò che è nocivo e sterile”.