Con l’arrivo di maggio, molti paesi del Molise sembrano risvegliarsi insieme alle proprie tradizioni. Queste vengono attese per mesi interi dalla popolazione che durante l’anno lavora tacitamente per tenerle vive. Se non fossimo nel pieno di una pandemia, questi sarebbero stati giorni piuttosto concitati per la popolazione di Ururi, dove oggi noi di Viaggio nel Molise abbiamo deciso di portarvi per omaggiare la tradizionale corsa dei carri.
Ururi è un paese di circa tremila abitanti in provincia di Campobasso, situato su una collina poco distante dal Mare Adriatico. Il paese è conosciuto nel territorio per la sua origine peculiare di cui è testimone l’arbëreshë, la stessa lingua della popolazione albanese che si insediò nel territorio a partire dalla seconda metà del XV secolo.
Ururi è uno dei comuni molisani in cui è viva la tradizione della Carrese, conosciuta anche come corsa dei carri. È difficile risalire al primo anno di questa tradizione, ma i primi documenti ufficiali risalgono alla fine del 1800. La tradizionale corsa dei carri è inscindibilmente legata al culto del Santissimo Legno della Croce, un frammento della Croce di Cristo, conservato in un reliquiario presso la Chiesa Madre. Originariamente la corsa e la celebrazione del Santissimo Legno della Croce avvenivano in un’unica giornata, il 3 maggio, giorno dedicato nel calendario liturgico all’Invenzione della Croce. Da alcuni decenni, invece, il 3 maggio è il giorno interamente dedicato alla corsa dei carri, mentre il giorno seguente si celebra il Santissimo Legno della Croce.
Attualmente i carri che partecipano alla corsa dei carri sono tre: i Giovanotti, con i colori giallo-rosso, i Fedayn, con i colori giallo-verde e i Giovani, con i colori bianco-celeste. Il giorno della corsa, i tre carri si recano presso la Chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie per la benedizione dei buoi, dei carrieri e dei cavalieri. Dopodiché, i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano verso la partenza. Qui si posizionano distanti tra loro e secondo l’arrivo dell’anno precedente. Al “via” i buoi scattano trainando il carro, seguiti dai cavalieri. I carri corrono verso il paese dove tutta la popolazione attende con ansia l’arrivo dei carri. Prima degli ultimi 200 metri il percorso si sdoppia. Vince chi prima riesce a imboccare il vicolo che conduce alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Il carro che vince ha l’onore il giorno seguente di portare in processione il Santissimo Legno della Croce.
Quest’anno, la corsa dei carri non si terrà, ma noi siamo sicuri che i cuori della popolazione di Ururi batteranno lo stesso all’unisono per una tradizione pulsante in paese non solo il 3 maggio, ma durante tutto l’anno.
Noi di Viaggio nel Molise per ora vi consigliamo di dare un’occhiata sui social a foto e video di repertorio per rivivere le emozioni degli anni passati e per attendere il prossimo anno con lo stesso coinvolgimento e la stessa trepidazione della popolazione nel momento in cui il percorso si sdoppia poco prima del traguardo.