LARINO. La notizia è circolata nel pomeriggio di ieri. Una malattia bastarda ha consumato in pochi mesi la sua esistenza, ma non gli ha tolto l’anima. Ha consumato il suo corpo ma non la sua coscienza. La coscienza del critico che osserva più che guardare, si ferma a riflettere piuttosto che correre via veloce. Antonio Picariello non c’è più. Il suo corpo mortale segue le vie dell’umano morire, ma la sua vita, il suo amore per l’arte, per la cultura, quella con la C maiuscola, non resteranno nel freddo di una bara ma continueranno a parlare di lui. Qualche tempo fa, lui professore in cerca di cattedra per lungo tempo, precario di un sistema che tante volte sottolinea l’importanza della cultura, ma poi dimentica chi della cultura ne ha fatto una vita, così dichiarò alla collega di Primonumero all’indomani della cattedra finalmente avuta nel suo Molise “Alla mia età, si sintetizza tutto il percorso fatto della mia carriera. C’è un certo senso di felicità, perché uno si rende conto che la felicità è il prendere coscienza di un percorso fatto. Arrivi ad un punto e fermandoti, dici. Sono qui. E’ come in un viaggio in cui si scende nell’inferno per salire in paradiso. La salita non è vana ma è esperienza, quella di un professore che vive ogni attimo della sua vita con gli studenti come una missione da tramandare alle nuove generazioni. I giovani hanno bisogno di esperienze, di conoscere i vissuti della gente per sviluppare il loro pensiero critico”.
In queste frasi, c’è tutto l’essere del professore Picariello, di Tonino come amichevolmente era chiamato da quanti hanno avuto l’onore, e diremmo anche l’onere di conoscerlo. Perchè essere suo amico, condividere delle esperienze con lui spingeva al cambiamento, a vedere il mondo da un archetipo diverso.
In tanti l’hanno voluto ricordare su social, in tanti hanno voluto lasciare una traccia del loro personale rapporto con il critico che prima di parlare sapeva ascoltare, prima di inondarti del suo sapere sapeva farsi altro e rendere tutto più semplice.
Che la terra ti sia lieve caro Tonino. Sappi che in molti a Larino non ti dimenticheranno perché, magari anche senza saperlo, da te hanno ricevuto tanto.
Condoglianze alla sua famiglia da tutti noi di Viaggio nel Molise.