Arriva, anche quest’anno, il mese di maggio, nel nostro cuore e nel nostro vissuto, mese dedicato a Maria.
La mente e il cuore pullulano di ricordi ed emozioni, legati soprattutto all’età della nostra fanciullezza, – i fioretti da portare quotidianamente a Maria –; alla vita delle nostre famiglie, – il rosario recitato, la sera, tutti insieme –; al passaggio della Madonna Pellegrina – di casa in casa o di rione in rione nelle nostre parrocchie.
Momenti di esercizi di bontà; di forti emozioni; di incontri, a volte, determinanti nel cammino della nostra vita; di condivisioni e anche di scelte; ma anche occasioni di ingenue evasioni, di piccole complicità – l’incursione nel campo delle fave o\e la furtiva scorpacciata di ciliegie a danno dei paesani – .
Potremmo dire che la nostra vita, specialmente in quel mese, si svolgeva al ritmo dell’Ave Maria.
Il frutto di tutto questo è memoria viva nella mia vita di cristiano e di pastore: la certezza di vivere e attraversare la vita in compagnia, mai da solo.
È la consolazione profonda che abita la mia anima, a volte sensibilmente; a volte insidiata dall’azione del Nemico, che mi aggredisce con le sue desolazioni servendosi dei fantasmi delle paure che nascono dai problemi, che inevitabilmente la vita riserva ad ognuno di noi, o insinuando in me il dubbio di essermi sottratto a tale compagnia, rinfacciandomi le mie miserie e le contraddizioni che attraversano e condizionano le mie giornate; mai rimossa, anzi impossibile da rimuovere, perché non dipende da me, ma da Lei che è Virgo Fidelis.
Infatti sempre riemerge quel “guarda la stella, invoca Maria”, impresso nella mia memoria fin da bambino.
Consolatrice degli afflitti, rifugio dei peccatori, Lei è con me, come con ognuno di noi, sempre, premurosa e provvidente: è la Madre.
Le sono costato caro: la perdita del suo Figlio e del suo Dio. Lì, ai piedi della croce, mentre venivo generato da Gesù, trafitto nel costato, Lei, mi accoglieva figlio nel suo grembo di Madre Desolata.
Ce lo siamo ridetti nella ultima lettera che vi ho inviato a Pasqua:
“Padre, Gesù, Maria, noi.
Il Padre permise che Gesù si sentisse abbandonato da lui per noi.
Gesù accettò l’abbandono del Padre e si privò della madre per noi.
Maria condivise l’abbandono di Gesù e accettò la privazione del figlio per noi.
Noi dunque siamo al primo posto.
È l’Amore che fa queste pazzie“
Dentro questo abbraccio si svolge e rimarrà per sempre la nostra vita.