di Giuseppe Mammarella
Nel corso del XVII secolo anche i resti mortali dei primi due Santi Martiri Larinesi (Primiano e Firmiano) erano molto venerati a Napoli, dove giunsero nel 1598. I due Eroi della fede venivano invocati, particolarmente, in tempi di pubbliche calamità, compresa quella legata alla nota epidemia di peste del 1656. Scipione Guerra, nei suoi “Diurnali” composti intorno al 1643, nell’accennare alla grave carestia del 1622, ricorda la suggestiva processione penitenziale dei “Corpi Santi” (quelli dei Martiri Larinesi “in primis”) custoditi nella chiesa napoletana dell’Annunziata e sottolinea “il grandissimo concorso di huomini e donne e populari, che con caldissimi sospiri e pianti pregavano […] dicendo litanie”. Rammento brevemente che le spoglie mortali dei Santi Martiri Larinesi Primiano e Firmiano, “trafugate” dai lesinesi e dai lucerini a metà IX secolo, furono subito accolte nella nascente città di Lesina. A seguito di una inondazione del mare verificatasi nella seconda metà del XVI secolo, i Governatori della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli, dal 1411 feudataria di Lesina (ancora oggi la bella città lacuale venera come Patroni principali i due Martiri Larinesi), ritennero necessario traslare i sacri resti nella città partenopea. Ivi giunti (insieme ad altri nel 1598) fu appositamente realizzata all’interno della basilica dell’Annunziata, la cosiddetta “Cappella del Tesoro”, per la definitiva sistemazione dei sacri depositi; qui sono tuttora gelosamente custoditi. (Nell’immagine l’iscrizione posta sulla sommità dell’ingresso della “Cappella del Tesoro”).