Era il 25 marzo del 1300 quando Dante Alighieri si imbatté nella selva oscura, il punto di partenza del celeberrimo viaggio ultraterreno raccontato nella Commedia, una delle opere capitali non solo della Letteratura Italiana, ma della Letteratura Mondiale.
Era il 17 giugno 2017 quando a Paolo Di Stefano, giornalista del “Corriere”, venne l’idea di celebrare il Poeta con una giornata a lui interamente dedicata, proponendo, insieme al linguista Francesco Sabatini il “Dantedì”.
Ed era, infine, il 17 gennaio 2020 quando il Governo ha fatto sapere di aver istituito, su proposta del Ministero per i Beni e le attività culturali (Mibact) il “Dantedì”.
Per forza di cose questa prima edizione sta avvenendo in rete, dal momento che tutte le iniziative e gli eventi programmati non possono svolgersi. Ma è proprio in questo momento così difficile e critico per il nostro Paese che è ancora più importante ricordare colui che è un po’ il simbolo della nostra lingua e della nostra stessa nazione.
Lo scopo della giornata è quello di celebrare tutti insieme Dante: leggendolo, postandolo, (ri)scoprendolo.
Tantissime le iniziative sul web, in radio e in tv, tantissimi i contenuti sui social postati da giornali, artisti, professori, studenti e non. Tutti uniti per colui che ci ha insegnato che è solo l’amor che move il sole e l’altre stelle.